"La Progenie del Diavolo" vuole essere un dichiarato omaggio a quel cinema che si faceva una volta in Italia, a quei registi come Lucio Fulci o Pupi Avati e a quelle pellicole come "Non si sevizia un paperino" e "La casa dalle finestre che ridono". Il compito del protagonista Emiliano sarà molto duro: cercare di scavalcare quella barriera di omertà di un paese che ha un passato che vuole tenere per sé, perché "il seme di dio" nasconde dei terribili segreti che non posso essere rivelati. Il tema della leggenda popolare assume quindi un ruolo importante al fine della narrazione del film, quasi a voler dimostrare che in fondo le leggende non sono sempre tali ma nascondono delle verità difficili da poter accettare. Ci troviamo di fronte ad un film che riesce a catturare l'attenzione sin dall'inizio, facendo vivere allo spettatore quasi in prima persona il "viaggio" a dir poco incredibile che affronterà il protagonista, fino a condurlo ad un finale non telefonato dove il colpo di scena alza ulteriormente il livello qualitativo del prodotto; un merito non da poco, visto che spesso ci troviamo di fronte a pellicole con budget alti, dove però le idee tendono a scarseggiare. )
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