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Pubblicata originariamente dalla rivista Nord-Est nel 1987, l’intervista di Ferdinando Camon a Franco Freda viene ora riedita dalle Edizioni di Ar in occasione del cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana che, come è noto, lo vide condannato per poi esserne assolto e non più processabile. Il colloquio con Camon, autore del romanzo Occidente scritto nel 1975, dove il protagonista è lo stesso Editore padovano è di particolare interesse in quanto rappresenta uno scontro tra due visioni del mondo e della vita radicalmente opposte: una, quella del romanziere, informata di una religiosità e moralità cristiane, mentre quella dell’ideologo di «estrema destra» è costituita da una filosofia che trae i suoi insegnamenti già a partire da Platone e sono antitetiche al Cristianesimo. I temi toccati dalla conversazione si raccolgono attorno ad alcuni concetti chiave: la morale, intesa eticamente nel discernere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è nel dominio del pensare più che dell’agire, la guerra santa – che Freda apprezza dal punto di vista di ascesi guerriera, ricordandosi certamente dell’insegnamento di Julius Evola, suo Maestro – sulle altrettanto etiche idee di colpa e di errore, su una concezione dell’azione dell’uomo in funzione agonistica e miliziana, ma qui intesa in senso metapolitico e metastorico e sull’idea della gerarchia, o meglio dell’aristocrazia, che secondo Freda avrebbe potuto essere un’alternativa antagonista al sistema democratico-borghese che ha sempre dichiarato di disprezzare per il suo grigiore e mediocrità, come tutti gli esponenti del pensiero nazional-popolare. E’ ovvio che il duello intellettuale tra i due personaggi non trova alcun contatto o convergenza di idee, ma resta apprezzabile che lo scrittore cattolico abbia cercato il colloquio con l’altro da sé, con una figura di notevole spessore dottrinario e culturale che lo rende il principale esponente e figura di riferimento della «destra» radicale italiana ed internazionale.
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