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Un libro ricco e documentato che ha probabilmente richiesto un notevole e paziente lavoro di ricostruzione storica per squarciare un velo su tanti episodi mai rivelati o poco noti della Resistenza e del periodo immediatamente successivo: orrori, vendette, omicidi, esecuzioni sommarie eseguite senza una ragione apparente. Su tutti la storiografia successiva (e i vincitori!) ha alzato una ferrea cortina del silenzio. Un buon libro che aiuta a capire il punto di vista degli sconfitti, che vuole contribuire a "rivisitare" le travagliate vicende di quel periodo storico e che, per essere apprezzato fino in fondo, deve essere letto con atteggiamento sgombro da incrostazioni e pregiudizi ideologici.
Pansa prosegue ad illustrare ciò che i pavidi storici nostrani ci hanno negato per decenni!
Ho letto in successsione "Prigionieri del Silenzio" Il sangue dei vinti e "Sconosciuto 1945" Ho finalmente trovato "molto" di tutto ciò che avevo sempre sentito dire ma che "non avevo mai letto". Il mio ramarico sta nel fatto che questi libri siano stati scritti " toppo tardi" Immagino infatti ciò che sarebbe stata l'Italia negli anni 70 durante la mia adolescenza e giovinezza con in mano questi documenti. L'arroganza e la protervia dei comunisti probabilmente oggi non ci sarebbe e, forse, non ci sarebbero i comunisti...
Recensioni
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Non avrei più osato, recensendo il nuovo libro di Giampaolo Pansa, correre il rischio di essere di nuovo insultato dal "Foglio" o ancora amabilmente deriso da Battista, se, dopo aver letto questo Sconosciuto 1945 , libro utile, che documenta una volta di più, encomiabilmente (prego prendere nota dell'avverbio, che ripeto e sottolineo per sicurezza), la vergogna della violenza dei vincitori sui vinti (la peggiore violenza), non mi fosse venuta tra le mani, per vie che non posso rivelare, quella che ho ragione di credere si tratti di una redazione dello stesso libro poi modificata nell'edizione definitiva attualmente in commercio.
La copia in mio possesso è grosso modo il doppio, per mole, di quella in libreria, perché, a ogni racconto dell'assassinio di un fascista, segue il racconto dell'assassinio di un antifascista, secondo una simmetria dell'orrore ben spiegata nell'altro punto del libro poi mutato nella stampa: la prefazione. In questa, infatti, Pansa, invece di tessere l'elogio di se stesso, come poi fa nella versione definitiva, riportava la parte centrale del capitolo IX del Sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, là dove Kim spiegava che il "peso di male" gravava su entrambe le fazioni in lotta, partigiani e fascisti, tanto che "basta un nulla, un passo falso, un impennamento dell'anima e ci trova dall'altra parte", ma anche che da una parte la violenza cercava generosamente di porre finire alla violenza, e dall'altra, invece, puntava a ribadirla alla sua catena di odio e cieco furore. Peccato che, probabilmente per ragioni editoriali (il volume sarebbe stato troppo grosso e costoso), sia stata cancellata, con la prefazione citata, anche tutta la sezione dedicata agli ammazzati dai nazifascisti, a quell'Ignoto 1944 di cui si trovano tracce su varie lapidi che ricordano altri tragici caduti.
Peccato anche perché sarebbe stato utile mettere a confronto, nei racconti dei figli e discendenti, le due diverse mitografie, quella nera, tutta perbenismo di mezza età e amore di patria, e quella rossa, tutta eroismo giovanilistico e gusto della libertà. Sarebbe stato utile, specie per chi non stravede per nessuna mitologia, ma, dalla constatazione delle comuni miserie, non desume l'indifferenza, l'interscambiabilità dei valori tra le due parti dell'Italia divisa. Sarebbe stato utile soprattutto a Pansa, perché si sarebbe risparmiati i prevedibili encomi del "Giornale di Famiglia", da tempo impegnato in ricostruzioni di atroci fatti del biennio della guerra civile, che assurdi testimoni oculari si ostinano purtroppo a confutare.
Comunque, anche quello che resta del libro di Pansa, va letto e fa pensare e fremere d'indignazione; l'omissione dei crimini dell'altra parte non toglie certo orrore a quelli denunciati. Del resto, c'è ragione di credere che gli assassini perpetrati da fascisti su italiani saranno raccontati nel prossimo libro di Pansa, previsto per l'ottobre 2006.
Vittorio Coletti
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