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«Oggetto: Scomparsa (con proposito di suicidio) del Prof. Ettore Majorana». Un documento di polizia per aprire le indagini su uno di quei casi, prediletti da Sciascia, dove l'enigma insoluto, con la sua verità nascosta, induce ad andare oltre la cronaca, dentro l'anima di un uomo. Dal 26 marzo 1938 si perdono le tracce, fra la partenza e l'arrivo di un misterioso viaggio per mare da Palermo a Napoli, del trentunenne fisico siciliano Ettore Majorana, che Fermi non esiterà a definire un genio, della statura di Galileo e di Newton. Suicidio, come gli inquirenti dell'epoca vogliono credere e lasciar credere, o volontaria fuga dal mondo e dai terribili destini che una tale mente può aver letto nel futuro – e nel futuro vicino – della scienza? Su questo interrogativo Sciascia costruisce uno dei suoi libri più belli, di un'intensità di analisi e quasi di immedesimazione nelle motivazioni non dette, nella logica e nell'etica segreta del personaggio, che giunge a sfiorare l'incandescenza della verità: «Il suo è stato un dramma religioso, e diremmo pascaliano. E che abbia precorso lo sgomento religioso cui vedremo arrivare la scienza, se già non c'è arrivata, è la ragione per cui stiamo scrivendo queste pagine sulla sua vita». Tale ragione è un appassionato coinvolgimento, trattenuto ma vibrante, che si comunica immediatamente a chi legge, e che dalla vicenda contingente si allarga all'incommensurabile.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un'indagine fatta romanzo che si chiude con i più eleganti e intelligenti versi che abbia mai letto. Un capolavoro, aldilà dell'avvincente storia misteriosa di un genio italiano.
Aprendo una qualsiasi enciclopedia alla voce MAJORANA, ETTORE leggiamo: Fisico (Catania, 1906 - ?). Perchè al posto della data di morte quel punto interrogativo ? Ettore Majorana fu appunto un fisico, un grande fisico e un grande scienziato. Studiò a Roma alla scuola di Enrico Fermi e, assai giovane, compì studi di prim' ordine sul nucleo atomico, unendo il suo nome a quello di Heisenberg nella formulazione di una nuova teoria nucleare. Nel 1938, dopo essere stato nominato per meriti eccezionali professore di fisica teorica all' università di Napoli, scomparve misteriosamente e da allora non si è saputo più nulla di lui. Che fine ha fatto ? In questo libro, intitolato appunto " LA SCOMPARSA DI MAJORANA ", Sciascia getta un barlume di luce su una vicenda dai contorni quanto mai inquietanti e per molti aspetti oscuri. Servendosi soprattutto dei documenti dell' epoca concernenti le indagini svolte dalla polizia e le testimonianze raccolte, l' autore cerca di ricostruire la vita del grande scienziato e soprattutto i giorni e le ore immediatamente precedenti alla sua scomparsa. Diverse sono le ipotesi prospettate: suicidio o omicidio ? E' possibile che Majorana sia stato rapito e poi ucciso ? E da chi ? Chi avrebbe tratto vantaggio dalla sua morte ? Di quali terribili segreti o scoperte lo scienziato siciliano era potuto venire a conoscenza ? Possibile che la zelante polizia fascista non sia riuscita a trovarlo( vivo o morto ) da nessuna parte dopo accurate e spasmodiche indagini sollecitate persino da Mussolini in persona ? Accanto a queste ipotesi, comunque plausibili, se ne fà strada un' altra per certi versi forse ancora più inquietante.In una lettera risalente a qualche giorno prima dell' accaduto e indirizzata ai familiari, Majorana scrive loro di non addolorarsi "per la mia scomparsa ". Ora, fa notare Sciascia, perchè Majorana usa proprio quel termine "... la mia scomparsa " e non il termine " la mia morte " ? E' un caso o l'ha fatto apposta ? Se invece di un suicidio si fosse trattato di una FUGA ? E' possi
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«Oggetto: Scomparsa (con proposito di suicidio) del Prof. Ettore Majorana». Un documento di polizia per aprire le indagini su uno di quei casi, prediletti da Sciascia, dove l'enigma insoluto, con la sua verità nascosta, induce ad andare oltre la cronaca, dentro l'anima di un uomo. Dal 26 marzo 1938 si perdono le tracce, fra la partenza e l'arrivo di un misterioso viaggio per mare da Palermo a Napoli, del trentunenne fisico siciliano Ettore Majorana, che Fermi non esiterà a definire un genio, della statura di Galileo e di Newton. Suicidio, come gli inquirenti dell'epoca vogliono credere e lasciar credere, o volontaria fuga dal mondo e dai terribili destini che una tale mente può aver letto nel futuro e nel futuro vicino della scienza? Su questo interrogativo Sciascia costruisce uno dei suoi libri più belli, di un'intensità di analisi e quasi di immedesimazione nelle motivazioni non dette, nella logica e nell'etica segreta del personaggio, che giunge a sfiorare l'incandescenza della verità: «Il suo è stato un dramma religioso, e diremmo pascaliano. E che abbia precorso lo sgomento religioso cui vedremo arrivare la scienza, se già non c'è arrivata, è la ragione per cui stiamo scrivendo queste pagine sulla sua vita». Tale ragione è un appassionato coinvolgimento, trattenuto ma vibrante, che si comunica immediatamente a chi legge, e che dalla vicenda contingente si allarga all'incommensurabile.
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