Ormai lo ammette perfino il papa: la Chiesa è divisa. Il referendum sulla fecondazione assistita, i drammi di Welby e di Eluana e la battaglia sul testamento biologico, i Dico e le unioni gay, la ricerca sulle staminali embrionali, la pillola abortiva RU486: su questi e altri temi si sono aperte lacerazioni profonde non soltanto tra laici e credenti, ma nel corpo stesso del mondo cattolico. Prima Wojtyla e ora Ratzinger hanno scelto di contrastare la sfida del relativismo e della scienza con una ferrea restaurazione teologica e dottrinale che chiude la porta a ogni innovazione e discussione anche su questioni come il ruolo delle donne e il celibato dei preti, deludendo le aspettative di molti religiosi e accentuando il distacco dalla gerarchia di larga parte dei fedeli. Dopo la "Variabile Dio", Riccardo Chiaberge prosegue il suo viaggio ai confini tra religione e modernità, esplorando il continente sommerso dei cattolici "disobbedienti" che testimoniano la loro fede nella vita quotidiana ma stentano a riconoscersi nella linea ufficiale della Chiesa: eremiti cistercensi, suore missionarie, preti di periferia, teologi eterodossi, parroci sposati. Ma anche imprenditori in tonaca, medici pellegrini a Lourdes, ricercatrici sulle frontiere della bioetica, storici, filosofi, intellettuali. E semplici fedeli, uomini e donne, delusi da un clero che si mostra inflessibile con i peccatori senza potere ma non altrettanto con i peccati dei potenti.)
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