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Finita l'ultima pagina sono andata ad accertarmi su chi lo avesse scritto, quasi certa di sapere già la risposta. Ma mi sbagliavo...non era stato Edoardo o colui che si nascondeva dietro quello pseudonimo, non era tratto da una storia di vita vissuta: ma aveva importanza? E se fosse stata una storia vera, l'intero racconto avrebbe avuto un significato differente? Non ai miei occhi. L'unica cosa che ho sentito e' stato il grido di aiuto, mai pronunciato, di un ragazzo spezzato da quel dolore capace dilaniarti dentro, fino a definire tutto ciò che sei. In un primo momento, dopo aver letto solo le prime pagine, non riuscivo a comprendere come il protagonista - Edo - potesse essere così egoista, sordo al reale problema del fratello, concentrato solo sui suoi stati d'animo. Ma col trascorrere delle pagine il suo punto di vista mi è diventato chiaro, il suo sentirsi solo non mi è stato più incomprensibile e il suo sentirsi costantemente in colpa per la perenne sensazione di vergogna, non era più così ingiustificato. Aveva soltanto bisogno di qualcuno che lo aiutasse a gestire quella situazione più grande di lui, aveva soltanto bisogno dell'amore dei suoi. Ma quando in una famiglia c'è una persona disabile come si può non farsi sopraffare? O lasciare che quest'ultimo prosciughi ogni singola goccia di amore che si riesce a dare? Non c'è una risposta corretta - o almeno io non credo - però penso che quando capita qualcosa del genere non bisogna per forza fare tutto da soli si può chiedere aiuto a persone competenti che possono provare a farti trovare un piccolo barlume di serenità. Narrato in prima persona, Ismaela Evangelista, ha saputo trasmettere tutto ciò che spesso viene taciuto, tutto quello che si nasconde dietro i silenzi e gli sguardi tristi di un familiare di una persona disabile. Diretto, a volte crudo, ma profondamente realistico, è un breve romanzo capace di suscitare grandi sentimenti. Blog: Tra le righe e oltre... Link: http://follettina76.blogspot.it/2016
Un romanzo delicato e commovente che racconta la vita quotidiana di chi è "costretto" a vivere con un fratello affetto da handicap mentale. Molto brava l'autrice e perfetta la maniera con cui ha trattato l'argomento senza cadere mai nel banale o nel vittimismo. Un romanzo che consiglio davvero di leggere!
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