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Recensioni Il sangue dei fratelli. Il romanzo di Roma

Recensioni: 4/5
Fausto e Marco si somigliano come due gocce d'acqua e vivono nella stessa casa, ma non sono fratelli. Fausto è uno schiavo, nato da una schiava e - si sussurra - dal padrone, Marco invece è figlio di quest'ultimo e della moglie legittima, ed è l'erede dei nobili Livi Drusi. Il destino dei due giovani sembra già segnato, marchiato nelle loro carni sin dalla nascita, ma la guerra sociale e in seguito la guerra fra Mario e Silla irrompono sovvertendo l'ordine e le leggi degli avi, sparigliando i principi che da secoli regolano i rapporti fra uomini liberi e schiavi, aristocratici e populares, Romani e Italici. Durante gli scontri, Tito Livio Druso, il vecchio padre, trova la morte, mentre Marco, accompagnato dal suo schiavo di fiducia, viene inviato a Rodi perché possa sfuggire ai torbidi e formarsi come futuro dominus della prestigiosa famiglia e politico di rilievo. Incurante dei suoi doveri, però, il giovane e viziato rampollo si dà al gioco e agli stravizi, cacciandosi più volte nei guai e riuscendo a salvarsi soltanto grazie all'opera del fedele e coraggioso Fausto. Ma quando, durante un rocambolesco viaggio per mare, Marco mette a repentaglio la vita di altri schiavi, oltre che la sua, Fausto in preda alla collera lo uccide e, di fronte ai pirati che chiedono il riscatto del giovane nobile, prende il suo posto approfittando della forte somiglianza. Tuttavia fingere non è facile, soprattutto per un uomo onesto come Fausto: il timore di essere scoperto dalla famiglia di Marco e dalla sua sposa promessa non lo abbandona... e, come se ciò non bastasse, un'ombra dal passato del padrone si allunga sulla nuova vita dello schiavo, che - innocente - si trova a doversi difendere da accuse gravissime. Come già nel Ribelle, con la sua scrittura tesa e precisa come la parabola di un dardo Emma Pomilio ci conduce nei luoghi della Roma antica, che sono quelli del Foro con i suoi retori e dei vicoli della Suburra con le sue prostitute bambine, ma sono anche e soprattutto i luoghi della mente e dell'anima, dove lo scontro fra la difesa della tradizione e la lotta per la libertà infiammava i fratelli contro i fratelli, incendiando le città del Mediterraneo in un rogo che ancora non è spento. )
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