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Quest'opera di Salvatorelli, vero gioiello di storia narrativa, concreta nella descrizione fattuale e ampiamente circostanziata nel contesto, dotta e poetica nello stesso tempo, è tratta, per quanto riguarda le singole vicende della vita del protagonista, dall'unica fonte storica conosciuta, la Vita di S. Benedetto, raccolta nel secondo libro dei Dialoghi di papa Gregorio Magno (540-604). I pochi dati desumibili dall'originale, tipicamente agiografici e scelti con criteri di edificazione morale, ammantati dello spirito del tempo, d'ingenua fede e di visione miracolistica della vita, acquistano spessore storico con il loro inserimento nella realtà del VI secolo, tra i più critici della toria dell'Italia. Sono illustrate, innanzitutto, la situazione politica generale e quella della vita religiosa nella penisola, considerata ancora provincia del basso Impero romano. Sopra ogni altro scenario, invero con legami sempre più sciolti dal resto del mondo politico, si afferma la figura di Benedetto da Norcia (480 circa- 547). In breve, egli e la sua opera finiscono per rappresentare l'unico, vero grande principio innovatore di questo importante crocevia della storia.
Questo libro meritava una riedizione: sebbene uscito nel 1929, la scrittura limpida ed il rigoroso attenersi alle fonti (da vero storico, la mancanza delle note non è un problema)riescono davvero ad intoerdurre il lettore nel terribile ma altrettanto affascinante mondo italiano della prima metà del VI secolo. Eccezionali le descrizioni geografiche dei luoghi di dimora del santo e le correlazioni tra la vita di San Benedetto e gli accadimenti tumultuosi che gli furono contemporanei. La postfazione di 30 pagine presenta una puntuale ricostruzione della figura del santo nella ricerca storiografica degli ultimi anni (e per me ,che non ne ero a conoscenza, il fatto di essere arrivati a dubitare della storicità di Benedetto è veramente una novità significativa) anche se la scrittura non è paragonabile alla magia di quella dell'autore.
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