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Un importante testo - inedito - di Jean-Claude Hocquet, che ha dedicato i suoi studi alla storia di Venezia ed è autore di fondamentali studi sul sale, apporta nuova luce sulla storia agricola del Ducato, che inizia con la precoce valorizzazione della laguna ben prima dell'anno Mille grazie alle saline, prosegue con l'espansione prodigiosa dei secoli XI e XII e termina con la lunga crisi e l'agonia finale dopo il 1460. L'A. basa il suo studio sullo spoglio di archivi ecclesiastici e poi, a partire dal 1350, sui ricchissimi fondi dei notai di Chioggia. Gli attori di questa vicenda storica sono anzitutto i grandi proprietari veneziani (magnati) e gli innumerevoli monasteri benedettini ai quali essi cedono i loro beni fondiari; quindi i coltivatori di Chioggia, gestori fino al XIII secolo, mezzadri in seguito, impoveriti di fronte ad una borghesia locale di "locatores", antichi tenutari arricchiti che investono nelle saline abbandonate dai proprietari terrieri assenteisti; infine l'autorità di tutela, il potere politico di Venezia delegato a funzionari del comune, i salinari di Chioggia, sostituiti alla fine del Medioevo dall'Ufficio del Sale.Un altro attore onnipresente è la laguna con i suoi mutamenti tra un lido fragile e le piene fluviali che travolgevano tutto. Lo sfruttamento delle saline erodeva il lido dal quale si ricavava la sabbia per rialzare il suolo delle saline minacciato dalla piena delle acque e favoriva così l'erosione marina. Il potere politico a Venezia giocava un ruolo decisivo attraverso il monopolio. Esso favoriva i mercanti e il commercio marittimo con terre lontane privilegiando il sale importato per nave grazie ad una politica tariffaria di prezzi e di tasse abilmente mascherata dalla diversità di misure e di monete, e otteneva l'esenzione da carichi fiscali per le merci importate a Venezia per via fluviale e caricava il peso fiscale sul sale di Chioggia che rimontava questi fiumi. Oberato dalle tasse, il sale della laguna non poteva sostenere la concorrenza e cedeva i propri mercati.
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