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Chi è Pan? E chi sono gli dèi della Grecia? Tutta la cultura moderna – basta pensare a Hölderlin e a Nietzsche – è stata traversata dal desiderio di un ‘ritorno alla Grecia’ di cui qui Hillman ci aiuta a riscoprire le motivazioni profonde e la tortuosa storia. L’immenso lavorio degli studi sull’antichità classica negli ultimi due secoli è andato di pari passo con l’erosione di quel modello monocentrico di cultura che ci ha trasmesso la tradizione giudeo-cristiana. Così la ricerca della Grecia si è collegata con la riscoperta di un modello policentrico, dove i nuclei sono i vari dèi. E quei nuclei vivono ancora in noi. Poggiando sulle tesi di Jung, ma spingendole alle loro conseguenze più radicali, Hillman ci mostra come l’immagine di Pan continua a manifestarsi nella nostra esperienza, dietro le maschere della psicopatologia. Il panico, lo stupro, la masturbazione, l’incubo, la malia delle ninfe, la sincronicità – sono tutti fatti oscuri che in qualche modo si rivelano governati dal potere di Pan, e grazie a esso possono acquistare senso, invece di continuare ad agire ciecamente. Ma perché il dio possa operare in noi, perché il dio che rende pazzi possa anche guarire la nostra follia, bisogna che ritroviamo ciò che qui Hillman, sulla scia di Corbin, chiama l’immaginale, un livello di percezione e di esperienza delle immagini a cui la nostra storia ha tentato in ogni modo di impedire l’accesso. Scritto con felice piglio polemico, questo saggio, che rivendica «una regressione che sia peculiarmente ‘greca’» e ne argomenta lucidamente le ragioni, ci introduce subito nel cuore dell’opera di uno degli psicoanalisti che più hanno fatto in questi anni per criticare rigorosamente dall’interno la psicoanalisi e la sua storia.
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Questo libro parla del fare anima. Esso è un tentativo di elaborare una psicologia dell’anima, un saggio di re-visione della psicologia dal punto di vista dell’anima. È perciò un libro all’antica e radicalmente nuovo, perché riprende bensì le nozioni classiche dell’anima, ma avanza idee che la psicologia attuale non ha neppure cominciato a prendere in considerazione. Poiché non è possibile comprendere l’anima per mezzo della sola psicologia, la nostra visione abbandona addirittura il campo della psicologia com’è comunemente inteso, e spazia con libertà attra- verso la storia, la filosofia e la religione. Pur mirando questo libro a un nuovo modo di pensare e di sentire psicologici, le sue radici affondano sempre nella zona centrale della nostra cultura psicologica; suo nutrimento sono le intuizioni accumulatesi nella tradizione occidentale a cominciare dai greci, attraverso il Rinascimento e i romantici, fino a Freud e Jung. Un libro che vi consiglio molto.
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