In 8, pp. 195-216; 217-234 [errore di stampa in alcuni numeri di pagina: 123, 124, 125, 126, 127, 128, 129, 130, 131, 132, 134 invece che 223, 224, ecc...]. Br. rifatta con carta d'epoca. Stralcio da 'Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti tratti dagli Atti delle Accademie e dalle Collezioni Filosofiche, e Letterarie', vol. IV, primo periodico scientifico milanese edito dal 1778 al 1803 che, sotto la cura di Carlo Amoretti e Francesco Soave, raccoglieva saggi e memorie dei principali scienziati dell'epoca. Interessante saggio di questo scrittore originario di Mantova, poi ripubblicato nel 1800, il quale condanna l'opera con i suoi 'afoni personaggi' e gli esibizionismi vocali riprendendo analoghe teorie espresse da Algarotti il quale criticava il virtuossimo canoro responsabile di compromettere il giusto rapporto tra musica e parole. L'inverosimiglianza rispetto all'azione drammatica e' cio' che Borsa rileva, non senza ironia, nel canto del virtuoso: "chi non ridera' o non restera' anzi stomacato di un uomo il quale... invece di mostrarsi soffocato dalla moltitudine delle parole e delle ingiurie si ferma a bocca aperta e colla mano immobilmente inchiodata sul petto per tre o quattro battute in una nota che gli fa perdere il fiato, e poi imposto silenzio all'ochestra si va divertendo da solo in un trillo seguito da un pazzo trascorrer di voce... indi appena tornato in se' e dette due o tre parole... intoppa fatalmente in un A o in O che gli mette in convulsione l'epiglottide da cui... il senso dei poveri versi resta tratenuto e tagliato...?". Conclude con rammarico l'A.: "ah ne' cosi' mai canto' Farinello". Borsa preferisce l'opera buffa per la maggiore varieta' delle situazioni e per il piu' coerente rapporto della musica con il testo. Raneri, La moderna musica..., p. 34. Pietro Lichtenthal, Dizionario e bibliografia della musica, p. 232.
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