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Anno edizione: 2011
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Cina e Africa. La prima una potenza ormai senza rivali. La seconda un continente pieno di contraddizioni e potenzialità. Cosa hanno in comune? Safari cinese, seppur pubblicato nel 2007, mostra tutta la sua attualità, andando ad indagare le ragioni della politica estera cinese molto amica dell'Africa. Un matrimonio certamente d'interessi, ma che non necessariamente farà il bene dell'Africa. Il libro mostra chiaramente i limiti di un investimento cinese in Africa più attento al business che allo sviluppo del continente. Certamente non interessato a ridurre la corruzione e a far cadere le dittature e le politiche che non rispetto le persone e l'ambiente. Un mondo con il quale anche noi siamo tenuti a fare i conti. L'Europa riduce il debito verso i paesi poveri e la Cina presta di nuovo senza condizioni. Ovvio poi che le aziende cinesi possano fare il bello e il cattivo tempo, senza problemi di concorrenza. Un libro che apre gli occhi alle sfide che siamo chiamati ad affrontare oggi e nell'immediato futuro. E' bene accendere un riflettore sulla Cina in Africa, prima che il tutto sfugga non solo alla nostra attenzione, ma alla nostra capacità di comprensione
Non mi sento di condividere un certo tono anticinese, ma sono considerazioni personali, il libro riporta i fatti obiettivamente. L'unica critica vera è la stretta somiglianza (diciamo in alcuni pezzi paragrafi quasi identici) col libro di Chris Alden (China in Africa)
Perché in Zambia ci sono 80.000 residenti cinesi legalmente riconosciuti? Perché negli Anni '60 la ferrovia che collega la Tanzania allo Zambia è stata costruita dai cinesi? Perché Taipei è riconosciuta solo da quattro paesi africani? E come mai Angola e Sudan sono così legati alla Cina? Perché il primo ministro cinese e il ministro degli esteri vanno così spesso in Africa? Perché il Ghana ha firmato un accordo da 600 milioni di dollari con la Sino Hydro Corporation? Ma sopratutto, l'Europa e l'America e l'Onu... dove sono finite? Un piccolo grande reportage.
Recensioni
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