«La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma», affermava Churchill nel 1939. Ma l'Occidente ha mai provato davvero a risolvere questo rompicapo? È l'oggetto osservato a essere imperscrutabile, o sono forse gli occhi dell'osservatore a essere offuscati? Partendo da Carlo Magno, fino ad arrivare alla recente crisi ucraina, Guy Mettan ricostruisce le linee di forza religiose, geopolitiche e ideologiche di cui si nutre la russofobia europea e americana. Attraverso una discussione critica delle fonti mette in luce le debolezze e le mistificazioni del pregiudizio che ancora oggi porta l'Occidente a odiare l'orso russo e a temere il suo presunto imperialismo. «Oggi – sostiene Mettan – il mistero russo non esiste più, poiché le informazioni sono disponibili, per tutti coloro che vogliano decifrarle». Nel potere delle domande e nel senso critico risiede la soluzione all'enigma: la Russia non deve essere per l'Occidente un'estraneità da combattere, ma un'alterità da conoscere, anche per una nuova e più consapevole definizione della propria identità. )
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