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Nella collana della narrativa, Autodafé edizioni ha inserito l’ultima fatica della scrittrice varesina Laura Veroni, Il ruolo. Si racconta la storia di un insegnante precario che, inaspettatamente, riceve la chiamata per una cattedra di ruolo. Lontano dai luoghi di origine il professore, catapultato in un mondo di gran lunga nuovo per lui, dovrà saper gestire oltre al ruolo di docente anche quello di uomo.
Alfio Larocca è un insegnante di lettere quarantenne nato in un piccolo comune della Basilicata dove tuttora vive con la madre vedova. Le sue giornate scorrono lente, scandite dalla medesima monotona routine, scuola e casa, casa e scuola, ma senza la sicurezza del posto fisso, la sua è la vita di un precario. All’improvviso, un giorno tutto cambia: una lettera del Ministero gli comunica che “in seguito a una serie di ricorsi da parte di alcuni docenti a causa di vari errori commessi nell’attribuzione dei punteggi, si è reso disponibile un posto a Varese” (pag.9). Il professor Larocca giunge così nel profondo nord per prendere servizio nella nuova scuola. La sua vita cambia completamente.
Laura Veroni, con abilità, tratteggia una Varese malinconica ma anche ricca di stimoli per chi proviene da una sperduta provincia del Mezzogiorno, tanto che la città diventa essa stessa protagonista della narrazione. E poi la nuova scuola, con una prima accoglienzanon delle migliori, a delineare un percorso tutto in salita. In breve Alfio Larocca deve farsi carico di un’infinità di cose legate al vivere quotidiano, dalla ricerca di un appartamento in affitto alla programmazione delle sue giornate e al mantenimento di tutto ciò che comporta la gestione di una casa. Non meno rilevanti sono le problematiche che incontra nell’ambiente scolastico, in particolare quelle riguardanti il rapporto con i suoi alunni che lo costringono a decisioni difficili, anche perché cerca di trasmettere ai suoi studenti un messaggio educativo che sconfina oltre le sole nozioni dei libri.
Ancora single, ma alla ricerca di una compagna, il professor Larocca è un uomo all’antica. Lo troviamo dapprima innamorato segretamente e senza troppe speranze di una bella collega di matematica del suo paese a cui aveva scritto numerose lettere d’amore mai spedite, traboccanti di passione. Lo scopriamo sedotto da una nuova collega, una donna divorziata, attraente e piena di iniziative alla cui disinvoltura tenta di resistere imbarazzato. Infine arriva l’amore, quello sublime, per una donna incontrata per caso in una libreria, un amore così prorompente e totalizzante da fargli perdere il lume della ragione. Ma nei suoi desideri c’è anche il sogno di pubblicare un libro, anche se questo diventa secondario nel momento in cui inizia ad impegnarsi, senza risparmio, nel ruolo di padre putativo per uno studente che dovrebbe altrimenti essere inserito in un istituto. Nonostante tutto di tanto in tanto gli capita di pensare al suo paese dove l’avrebbe rivoluto la madre , ma forse anche l’ex collega ancora sola e libera. E questa è una possibilità da non scartare. Il professor Larocca “provò a proiettarsi in un futuro prossimo, e si chiese quale sarebbe stata la scelta migliore”.
La prosa di Laura Veroni ben delinea le vicende del professore. Scrittrice, ma anche insegnante, per questa sua opera sicuramente ha preso spunto da situazioni ed esperienze viste o vissute. La connotazione degli ambienti è curata e i personaggi sono tratteggiati anche con una seria e profonda indagine introspettiva. Tutta la storia è legata alla quotidianità, quindi ad una crescita del protagonista che vede nuove definizioni per i suoi ruoli di uomo, amante, docente e padre. Il romanzo affronta anche tematiche attuali quali l’immigrazione e il mondo dei ragazzi di oggi, nativi digitali. Dunque una lettura interessante nata da una buona storia e da un’abile penna.
Recensione di Clara Domenino
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