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Alcuni (rari) autori accompagnano il lettore lungo sentieri inesplorati, verso dimensioni sorprendenti, paurose, malinconiche. Bellucci lo fa prendendoci per mano. Il suo racconto, radioso, conturbante, emana un'intrinseca forza formale oltre che umana.
Recensioni
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Questa storia, densa di delicatissima poesia, racconta di un paese tutto bianco su una costa che riflette il mare. Quel paese si chiama Sirolo. Davanti a Sirolo c’era un’isola che adesso non c’è più. Per arrivare là, si incontrava un ponte di barche su cui Nicola raccoglieva le sabbie del mondo. Anche quel ponte adesso non c’è più. Questa storia è il sogno di Filippo che voleva salvare l’isola, a costo di spostarla da un’altra parte, a costo di spingere la riva più indietro. È anche la storia di Nicola, che faceva il custode del ponte e custodiva il colore della terra. È soprattutto la storia di Teresa, di quando, a ridosso della guerra, ha imparato a leggere sul nome dei morti per scegliere la strada che non porta a casa.
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