Il terzo e ultimo volume della saga familiare firmata da Jeff Lemire. Un finale agrodolce e malinconico, che rimanda alla migliore tradizione della letteratura americana contemporanea.
«Non sapevo ancora cosa fosse la solitudine. Nessuno di noi lo sapeva. Nessuno tranne Tommy... Era l'unico a essere perduto.»
Il destino di una famiglia si disvela nella narrazione del suo passato. Come è morto Tommy? Perché si incolpano tutti di quanto gli è successo? Non bastano le parole per spiegare le emozioni, nemmeno se quelle parole sono state rubate molti anni fa e sono alla radice di una delle più grandi bugie sepolte insieme al corpo del ragazzo. Lemire si dimostra un narratore impareggiabile di sentimenti, e crea un finale perfetto e doloroso, sospeso tra senso di colpa e speranza che il futuro sia migliore.)
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