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Situazione complicata. Prima di scrivere questa recensione, per curiosità ho letto l’unica che la precede. E l’ho trovata bellissima, persino condivisibile nella sua distanza siderale, come una luce che pulsa da una galassia distante, morta da millenni. Io e questo libro, per arrivare al dunque, non ci siamo capiti. Un gomitolo del quale, pagina dopo pagina, ho sperato di trovare il bandolo. Avrete capito che non ce l’ho fatta. Mi è rimasto un groviglio di elegante inutilità, incomunicabilità noiosa, prolissa freddezza.
Chiunque si addentri nel solco di queste righe lo dovrà fare con pazienza, tatto, curiosità ben dosata e ingordigia perseverante; ne uscirà pian piano una scossa dell'intelligenza, un ballo fra elegantissimi saloni di storia e aneddoti geniali, leggende lontanissime e fiabe d'attrazione celeste, in compagni di spiriti sommi e stagioni irripetibili, esperienze umane magnifiche e sfaccettati paesaggi di ogni sorta. "Che cos'è la storia? La specificazione; più la storia specifica, precisa, più è storia, più è se stessa". Calasso cammina nelle tempie di Talleyrand, di Michelet, di Coleridge, di Constant, di Saint just o Levi Strauss come nei sentieri del mito più distante o delle sale e nelle macerie di Port Royal, del sogno più scavato da psicanalisi attente e delle raggere politiche più contorte, sofisticate, preziose. Ci si perde in questi stupendi paragrafi come in un'armonia di narrazioni in apparenza staccate fra loro e insieme rilegate da un ago di gratitudine, di "cerimonia del sentire", dell'agire politico, della sapienza retorica e dei movimenti umani, intellettuali, spirituali di un'epoca. Un caleidoscopio praticamente imprendibile, ininscatolabile in un commento così rapido, frettoloso, precario, e tuttavia sogno ed esperienza totali, pieni, ricchissimi. L'equilibrio della pura raffinatezza politica, l'uso della parola come stoccata sceltissima nel movimento delle passioni e nella scala dei rapporti umani. Un dizionario di tracce sociali nel quale smarrirsi come in una selva dantesca, fra ululati sinistri e presenze a sorpresa, siano esse quelle di un primitivo ancora inesplorato e magico o quelle borghesi dalle redini più moderne. Un libro monstre, dal fascino e dall'oscurità annientanti; se ne esce più robustamente sapienti e al tempo annullati da questa Summa sensibile. Forse un gigantesco trattato sull'origine, ma se dovessi dire di cosa dovrei squadernare tutte le discipline umane come in un mazzo di carte fatto volare via dalla felicità.
Recensioni
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