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Ci vuole pochissimo ad amare questo gioiello concepito per il palcoscenico. Un libro per capire cosa sta succedendo oggi attorno a noi; bisogna solo scegliere se arrendersi al fatalismo di Romolo, o schierarsi dalla parte dell'onore, come Emiliano (l'unico personaggio con cui l'imperatore si degna di affrontare un discorso). Solo i cuochi di corte si salvano dalla tragedia dell'arrivo dei germani.
Breve...ma parecchio intenso! All'inizio, pur risultando una storia simpatica, non si capisce bene dove voglia andare a parare poi invece la trama si svela e il testo assume una dimensione assai più ampia di quanto possa apparire all'inizio. Nota di merito per la gallina Odoacre! Davvero consigliato.
Come scrive l'autore stesso:"E' una commedia difficile, proprio perché sembra facile". Romolo sembra interessato solo alla pollicultura, i suoi polli portano i nomi dei grandi imperatori: Domiziano, Augusto... L'impero romano sta per crollare sotto le invasioni dei germani guidati da Odoacre. Un ricco imprenditore, Cesare Rupf, propone di corrompere i germani, che sarebbero disposti a lasciare i territori dell'impero dietro pagamento di qualche milione di sesterzi. In cambio Rupf chiede la mano di Rea, figlia di Romolo. La giovine è disposta a sacrificarsi per il bene della patria ma Romolo nega il consenso al matrimonio. Durante gli anni del suo regno, Romolo si comporta da stolto e nessuno si accorge che la sua follia ha metodo. Ha recitato la parte del "cinico e dello stupido mangione" per mettere in atto la sua concezione politica: non far nulla. Romolo è un personaggio estremamente umano, spiritoso, rilassato che in realtà non esita a prendere decisioni dure se necessario.
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