"Il romagnolo ha imparato quanto sia comoda la sceneggiata, la favola che egli racconta su se stesso, descrivendosi come una sintesi e un'eccezione dell'italiano medio, o come un'eccentrica stravaganza nella norma del noioso androide padano, o come una granitica e laboriosa versione delle accese passionalità tipiche dell'italiano del sud. E se ne compiace. Ma soprattutto è un ruolo che lo diverte un mondo: gli permette di essere protagonista e, nello stesso tempo, di stare a vedere, esagerando e recitando la parte, come può andare a finire la festa." L'autore è stato uno dei primi immigrati africani arrivati in Romagna (era la metà degli anni Cinquanta) e si è convinto ormai che la Romagna e il suo natio villaggio si assomigliano parecchio.)
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