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Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2024
Per assaporare ancor di più una delle tradizioni gastronomiche simbolo dell'Italia intera una breve guida alla lettura della cucina napoletana e le ricette classiche, protagoniste indiscusse della tavola partenopea.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Poche pagine magistrali che fanno da divertente, e istruttivo, supporto a una raccolta di ricette tipiche della gastronomia napoletana. Il gusto di assaporare volentieri il tutto però, magari in pausa pasto, sta tutta nel racconto che fa da prologo al ricettario, che rende queste poche righe una chicca irresistibile, come dire non il dolce al termine del pasto, ma prima ancora di cucinarlo. De Giovanni ci intrattiene piacevolmente con la storia tragicomica di una coppia di ristoratori, marito e moglie. Abili cuochi nello sfornare i piatti tipici più noti in virtù della lunga gavetta accumulata sul campo, pardon in cucina. Però sull’orlo del fallimento della loro trattoria tipica, a onta della bontà e genuinità dei loro piatti, semplicemente perché non in grado di vendere il prodotto secondo le regole del marketing. De Giovanni con la sensibilità che lo caratterizza sottolinea quindi l’arguzia, l’intelligenza e la sagacia di quanti fanno di necessità virtù, come i protagonisti del racconto, che con un colpo di genio si adeguano ai tempi pur mantenendo inalterata la loro attività. Con critica della decadenza dei valori della convivialità umana, che da sempre trova la sua massima espressione a tavola. Purtroppo, oggi in un qualsiasi ristorante ci si preoccupa più dell’efficienza del Wi-Fi locale per mantenersi in contatto con il proprio seguito virtuale, anziché conversare piacevolmente de visu con gli altri commensali, il che dà l’esatta misura della fessaggine umana. Infine, l’ultima chicca sta proprio nel titolo del volumetto, “Robin Food”, che prende origine dai nomi dei protagonisti, Roberto e Marianna, che nella foresta di Sherwood delle offerte culinarie si destreggiano alla grande facendo pagare lautamente i lori gustosi cibi poveri. Che poi sono poveri per modo di dire, fidatevi, i piatti tipici napoletani farebbero la loro bellissima figura anche alle corte del Re d’Inghilterra.
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