Mentre in Tornata dall’inferno Claire Ly ha raccontato la sua agghiacciante esperienza nell’inferno del regime dittatoriale di Pol Pot, la sua “salvezza” in Francia e la sua conversione dal buddismo al cristianesimo, in questo secondo volume descrive i tre viaggi di “ritorno” in Cambogia, compiuti ogni volta in compagnia di ciascuno dei suoi tre figli. Venticinque anni dopo essere fuggita, l’autrice torna nella sua terra natale, ritrova la sua casa (requisita dai Khmer rossi e ora abitata da estranei), i luoghi della sua giovinezza e della sua vita precedente al regime sanguinario. Inoltre, incontra alcuni suoi parenti sopravvissuti al genocidio e alcuni suoi compagni di prigionia ugualmente scampati. Visita i luoghi del suo campo di lavoro e quello dove sono stati assassinati suo marito e suo padre. Viene infine a contatto con la realtà non facile dei cambogiani convertiti al cristianesimo. Ma questi viaggi, oltre a determinare in lei un forte impatto emotivo, che ogni volta deve gestire non senza sofferenza, sono per lei anche l’occasione di un viaggio interiore in cui gradualmente matura in serenità un “dialogo spirituale” tra la cultura di origine e quella di adozione, tra l’identità buddista cambogiana e quella cristiana francese, tra la mentalità ricevuta in eredità e quella acquisita. Oltre che interessante documento sulla Cambogia attuale, questo libro è anzi tutto il cammino personale di una donna alla ricerca di libertà, sintesi e armonia fra due culture e due religioni.)
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