L'ultimo romanzo del grande scrittore svedese, recentemente scomparso.
Il 18 marzo del 2012 si poteva leggere sullo Svenska Dagbladet il necrologio di Kurth Wasser, direttore generale e consigliere medico, un tempo uno dei massimi esperti in disturbi del sonno, unanimemente ricordato come professionista esemplare e uomo riservato ma sempre pronto ad ascoltare e aiutare; capace di mettere in pratica il pensiero positivo e di affrontare tutte le nuove sfide, con coraggio e non senza una certa dose di humour. Dal necrologio ci si potrebbe facilmente fare l’idea che questo defunto amministratore sanitario fosse stato una persona esemplare e una figura prominente nel campo della medicina. Ma dalle note private del Dottor Wasser scopriamo che la sua carriera non è stata poi così esemplare. Per diverse ragioni, e quella principale è che sono passati diversi decenni da quando il vero Kurth F. Wasser è scomparso. La sua identità da giovane medico della DDR era stata elegantemente rubata negli anni Cinquanta da un astuto ragazzo proveniente dalla regione delle foreste nell’area di Norberg, spinto dalla vertiginosa idea di avere davanti la possibilità di liberarsi della propria vita. Molto fantasioso. Molto intelligente. E dotato di marcate doti da Don Giovanni. Il dottor Wasser è una sua invenzione – il trionfo della sua fantasia. A metà tra un impostore e un uomo fortunato, si è reinventato ancora e ancora – e si trova forse più vicino a noi di quanto possiamo immaginare. Uscito pochi mesi prima della sua scomparsa, "La ricetta del Dottor Wasser" è uno dei romanzi più riusciti di Lars Gustafsson, una riflessione sull’arte, sull’amore, sull’identità e sull’inganno che occupa un posto importante nella letteratura, da qualche parte vicino ad Anthony Trollope e Franz Kafka.)
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