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Una ricerca a prova d'aula. Per una revisione transculturale del curricolo di italiano e di letteratura
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Una ricerca a prova d'aula. Per una revisione transculturale del curricolo di italiano e di letteratura

Descrizione


Oggi occorre un nuovo ordine della letteratura da studiare in classe. Non sono le stagioni, né i generi e nemmeno il ritorno alle origini della letteratura a dettare i gradi di questa organizzazione. Ma è un nuovo racconto che parte dalle nostre origini, quelle profonde e vere (l'universo), prosegue con la realtà nella quale viviamo (il mondo) e chiude sulla coscienza di chi siamo noi (la specie umana).
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Dettagli

2012
1 luglio 2012
208 p., Rilegato
9788861532687

Voce della critica

"Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me"; quale compito più alto si potrebbe proporre lo studio della letteratura, come paradigma dell'intero processo dell'educazione? È ciò che ci indica il testo di Armando Gnisci e Giovanna Cipollari: rendere il curricolo di italiano funzionale a un processo educativo transculturale che parte dalle nostre radici per giungere ad appropriarci, nella misura del possibile, delle radici dell'altro. Gli autori propongono un vero e proprio percorso di trasmigrazione culturale mediante un procedimento di creolizzazione, termine affascinante quanto inquieto, suggerito dalla metafora di Glissant nella sua poetica della relazione: i Caraibi luogo di un "mare che diffrange". "Tutte le culture del mondo ‒ scrive Cipollari, ‒ si sono sempre relazionate tra di loro, afferrate, contaminate; eppure a scuola si continua a separare l'inseparabile". Da qui il progetto di superare l'attuale curricolo di italiano per aderire alla necessità di divenire cittadini della specie. Contro l'ideologia dell'economia e della finanza, dunque, gli autori propongono la solida realtà della poesia e della letteratura come via per ricostruire il mondo su basi nuove, secondo la prospettiva di Mallarmé. L'educazione diventa educazione alla gratuità solidale. Ci si aspetterebbe, da un testo così denso e così utopico, un'astrazione dal processo educativo che ognuno di noi sperimenta a scuola nella pratica didattica. E invece il libro ha la presunzione di indicare delle strade e persino di fornire delle schede pratiche raccolte in nove unità di lavoro da sperimentare nei primi tre gradi di scuola, dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Schede nelle quali la letteratura è considerata nel contesto di un sapere più ampio che impone non solo il superamento delle frontiere culturali e nazionali, ma anche della stessa frammentazione disciplinare, che caratterizza tuttora i curricoli scolastici. Calvino e Rigoni Stern dialogano quindi con Chen Jiang Hong e Sarah Dyer , ma anche con Ocelot e Stephen Hawking per rendere il mondo nella sua complessità, che è fatta di inquinamento, illustrazioni, buchi neri, animazione, e lo straniamento di Marcovaldo. La sperimentazione proposta è il risultato di un'indagine ormai decennale a cura dell'Istituto regionale di ricerca educativa delle Marche, confluita in un progetto tuttora in corso sulla revisione dei curricoli scolastici in chiave interculturale. E su questa base si muove una solida critica alle indicazioni ministeriali del 2007, le quali, più che a formare il cittadino della specie, tendono a rafforzare "l'identità originaria e autoreferenziale" dell'allievo. Desta qualche perplessità la proposta di Cipollari di affidare ai ricercatori universitari il compito di farsi carico della produzione di seminari e materiali didattici, che poi gli insegnanti in servizio dovrebbero sperimentare in contesto d'aula, ritrasmettendo all'università gli esiti della sperimentazione effettuata. Si ripropone in questo modo una sterile dicotomia dell'università come luogo di produzione del sapere e la scuola come luogo di riproduzione della cultura. Ma è un dettaglio in un libro che, per altri versi, vale la pena sperimentare in tutte le sue feconde suggestioni. Gino Candreva

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