Il reverendo
di Vittorino Andreoli
Può l'amore per Dio impedire quello tra gli uomini? Pëtr Rosanov è ancora bambino quando entra clandestinamente in un monastero dell'anello d'oro per realizzare il suo sogno di diventare monaco-sacerdote della Chiesa ortodossa russa. Sono gli anni più violenti e tragici delle persecuzioni staliniane e il giovane vive la contraddizione di chi deve essere esempio di Cristo ma si consuma, invece, nella solitudine, assistendo alla morte dei vecchi monaci. Al crollo del regime sovietico, grazie all'apertura di una nuova epoca segnata dalla volontà di dialogo tra le chiese, il reverendo si trasferisce a Roma dove scopre l'Occidente e, per la prima volta, l'amore di una donna. Condannato dalla Chiesa e anche dalla società, Rosanov si appella a un divino che sia capace di illuminare e ridare senso alle relazioni invece di negarne l'esistenza e il bisogno. Fonda un monastero in Umbria insieme alla carmelitana Anna ed è qui che si fa strada una disperata e sofferta opera per ridisegnare il volto del divino che approderà nel dio che non c'è, ma che si deve continuamente cercare, sempre, anche se non ci dovesse essere. Ancora una volta Vittorino Andreoli affronta una questione profonda e spinosa: Dio e il percorso "fuori dalla ragione" che ognuno di noi deve compiere per affermarlo o negarlo. E attraverso Rosanov, racconta la sua inesausta ricerca di quella scintilla che ci rende uomini, intrecciando al romanzo una profonda riflessione su Dio, su quella forza che spinge ognuno di noi sulle sue tracce sia per trovarlo sia per negarlo, su quella ricerca che non avrà mai fine perché quella della ragione è un'arma spuntata. )
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