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2006 - Festival di Berlino - Orso d'argento per il miglior attrice - Hüller Sandra
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E' bello imbattersi in opere così critiche e appassionate come quella del regista tedesco Hans Christian Schmid. L'opera, premiata con l'orso d'argento per la miglior interpretazione femminile (Sandra Hueller) affronta con coraggio la vicenda della giovane tedesca Annelise Michel, vicenda che negli anni '70 ha avuto grande rilievo in Germania. Il regista cerca di presentare la vita della ragazza nella sua complessità, nelle difficoltà che segnano quotidianamente la sua esistenza (conflitti con la madre, solitudine, angoscia, ma anche serietà, diligenza, senso del dovere). Queste componenti che caratterizzano la vita della giovane dicono del conflitto interiore che lei vive tra il mondo della fede, il mondo spirituale, la tradizione religiosa e il mondo moderno, il mondo dei liberi sentimenti , il mondo dell'assenza di religiosità. Il regista è molto abile nel delineare questi due mondi, nel darcene una visione priva di condanne nei confronti dell'uno piuttosto che dell'altro. Certo l'afflato critico è evidente ed impersonato dalla amica e compagna di studi che sorregge la protagonista ormai persa nel suo conflitto. Anche il finale, al di là delle parole conclusive che appaiono ricordarci la vera fine della vicenda, rimane aperto e lascia intravedere uno spiraglio di speranza in una vicenda così tragica. Encomiabile lo sforzo del regista nel ricostruire i fatti, pur lasciando ampio spazio all'afflato poetico (nel senso aristotelico del termine). Insuperabile la debuttante Sandra Hueller nell'impersonare la pratogonista, in particolare nei suoi momenti di crisi e di follia. Astuto l'utilizzo della camera a mano per ricostruire questi momenti. Nel complesso un'opera pregevole, sicuramente da consigliare anche per riscoprire un cinema come quello tedesco, ormai tornato ad imporsi sulla scena europea e mondiale.
Recensioni
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