Teresa Bianchi, “Tere”, ha poco più di vent’anni e per poter continuare a fare la maestra ha preso la tessera del Partito fascista repubblicano decidendo di restare fedele a Mussolini, di diventare una “repubblichina”. Fino a quando le cose precipiteranno e nell’aprile del 1945 dovrà subire la vergogna della tosatura e, dopo essere riuscita a sopravvivere all’immediato dopoguerra, dovrà ricostruirsi una vita nella nuova repubblica, in cui non si integrerà mai veramente. Ispirandosi a un fatto a cui ha assistito da bambino nella sua città natale – il taglio a zero dei capelli a una donna fascista in segno di spregio – Pansa racconta la storia di una giovane che incarna tutte le donne che decisero di non abbandonare il Duce dopo l’8 settembre. )
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