Il punto di osservazione è tutto. Davvero. Possiamo provare ad immaginare le intenzioni, le mire, le smanie che accompagnarono il viaggio di Heitor Villa-Lobos alla volta della Francia, all'inizio degli anni Venti, ma difficilmente riusciremo a comprenderle fino in fondo... anzi, a mio avviso, ci fermiamo molto lontano dal suo stato d'animo. Una traversata infinita per durata - tanto nel suo svolgimento effettivo, quanto nella preparazione e nel progetto - e compiuta sulla scorta di informazioni di seconda o di terza mano, arrivate in Brasile con un ampio “sfasamento temporale”. E poi, come immaginare, oggi, la sudditanza nei confronti della letteratura classica e di una capitale della cultura mondiale, da una parte, e l'orgoglio e la convinzione nelle proprie idee e capacità, dall'altra. Anche il musicista di oggi vola a New York, a Londra, a Rio de Janeiro e nelle altre capitali per vedere in prima persona cosa succede. Le differenze pratiche, però, sono davvero tantissime. Intanto, ci vuole solamente una mezza giornata per arrivare a destinazione. Poi, si conosce, in modo più o meno, immediato cosa succede: esistono le dirette web, i podcast, il materiale pubblicato in rete direttamente dagli autori. E, soprattutto, è cambiato il modo di entrare in relazione e rimanere in contatto. Se rimane l'impulso a muoversi, sono del tutto diverse le condizioni, le aspettative e le dinamiche. Relendo Villa-Lobos si concentra sul viaggio compiuto dalla musica del compositore brasiliano. Il suo soggiorno parigino diventa la rappresentazione concreta ed esemplare di un continuo attraversare l'Atlantico per mettere a confronto il Brasile e l'Europa. Le sonorità, i ritmi, le suggestioni esotiche della grande nazione sudamericana e le tante tradizioni della musica colta europea: da una parte, una realtà che deve ancora prendere coscienza del suo valore, dall'altra, una cultura dominante e capace di dettare il gusto. Se Villa-Lobos si ispira al mondo classico, diventa anche uno dei capostipiti del Novecento musicale brasiliano. Prende l'esistente e lo proietta verso nuove direzioni, offre soluzioni che portano in avanti il linguaggio. Il lavoro compiuto dalla formazione riprende il concetto del “viaggio” tra le due coste dell'Atlantico e, attraverso gli arrangiamenti e la rilettura delle pagine del compositore brasiliano, lo porta nel carattere e nello spirito delle proprie composizioni originali. Si innesca così un dialogo musicale, una serie di domande utili per mettere alla prova la creatività e gli interrogativi sempre presenti in ogni composizione. Il rapporto con le tradizioni - il Brasile, la musica colta, il jazz, la matrice melodica mediterranea - e il confronto con i diversi vocabolari sonori di ogni genere. La voglia di lasciare i porti sicuri per misurarsi con l'inventiva e l'improvvisazione. Nella musica proposta dalla formazione, ritroviamo fianco a fianco i ritmi brasiliani e le danze europee: i risultati del lavoro di Villa-Lobos diventano in modo naturale e immediato una ispirazione per i brani originali e per le soluzioni trovate nelle riletture. E si torna, quindi, al viaggio, ai suoi significati traslati e concreti. Un viaggio compiuto in musica, attraverso le esperienze personali e i soggiorni in Brasile, per mezzo degli arrangiamenti e della composizione, ma anche grazie all'interazione tra i musicisti e alla voglia di lasciar correre le melodie verso il loro naturale approdo. Fabio Ciminiera
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