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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2022
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Che cosa accade quando ci mettiamo in cammino, per ritrovarci, dopo tanta strada, cambiati? Che valore assumone la comunità, le regole, le relazioni? Come trovare un nuovo equilibrio e curare i nostri mali? Un appassionante itinerario attraverso l'italia minore e, in parallelo, un percorso spirituale e collettivo.
«Il viaggio è ricerca di una forza interiore, di un'energia antica come unica via per modellare la classe dirigente del futuro» - Stefano Folli, Robinson
«Spesso nella vita di tutti i giorni ci aggiriamo senza una meta. Da troppo tempo lo fa l'Italia: pensiamo di andare avanti e invece giriamo intorno, senza più qualcuno che studi le mappe, cerchi indicazioni, tenga la bussola in mano e l'orecchio teso. Forse ci serve proprio una guida, un vademecum di consigli, simile a quei preziosi volumetti pratici che ti dicono che cosa indossare, che cosa portare, dove voltare per non perderti quando intraprendi un cammino. Un manuale di istruzioni per costruire l'Italia che sarà.»
«D'ora in poi niente per noi sarà più una passeggiata.» Se mettersi in cammino è da sempre sinonimo di ricerca del senso dell'esistenza, ancor più oggi uscire dai propri confini, fisici e mentali, è la precondizione per ritrovare se stessi e l'importanza della comunità. Raccontando incontri, incidenti e scoperte, l'autore ci accompagna in un viaggio a più dimensioni che si intrecciano a ogni passo. Quella materiale, sul Cammino di san Benedetto, da Norcia a Montecassino, nell'Italia dei borghi e dei paesi, solo apparentemente minore. Quella spirituale, alla ricerca dei valori alla base dell'Europa cristiana che affondano le loro radici nell'esperienza delle comunità monastiche, per interrogarci sul rapporto con le cose che ci appartengono (la casa, le memorie) e con quelle che abbiamo solo in custodia e che richiedono le nostre cure (la natura, la terra). La dimensione pubblica, infine, per ripensare il ruolo della politica e delle classi dirigenti alla guida del paese e rimettere al centro le responsabilità verso chi ci vive accanto, il delicato equilibrio tra libertà individuale e benessere comune, la frugalità come leva di crescita, la leggerezza come condizione di progresso, la fratellanza come riscoperta dell'altro. Una traccia di rigenerazione personale e collettiva, per trasformare un'esperienza fatta di e con i sensi in una nuova capacità di scorgere il senso, il significato e la direzione del nostro camminare, «a un ritmo diverso, meno frenetico, con un passo più lieve, la mente più sgombra, più in pace con se stessi e perciò più utili agli altri».
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Quest'ultimo lavoro di Antonio Polito è accattivante già dal titolo che, in due semplici e incisive proposizioni, ne definisce il contenuto e la narrazione. Tema guida è il cammino, parola-chiave declinata in nove capitoli ed evidenziata dal primo e dall'ultimo che li contiene. Questa struttura ci rimanda alla forte simbologia del numero nove e all'immagine del cammino per eccellenza, quello di Dante, viator peregrinus ovvero straniero nella sua terra d'origine, che si mette in viaggio per raggiungere la sua vera patria e la sua meta. I significati metaforici non si esauriscono qui: il viaggio è soprattutto una discesa in interiore homine , una discesa agli Inferi della propria coscienza, per dirla con la nuova antropologia è ricerca del sacro, di ciò che è permanente ed eterno e dà senso alla vita. La ricerca dell'Autore è certamente ricerca di senso, la sola in grado di inaugurare una nuova stagione di stare al mondo. Proprio da questa istanza si snoda il percorso in luoghi fisici e metaforici, quelli incontrati lungo il Cammino di San Benedetto, che da Norcia giunge all'Abbazia di Montecassino. Da qui, infatti, scaturiscono diverse e articolate riflessioni, ricche di riferimenti culturali sul nostro presente, sulle attuali, gravi difficoltà sanitarie ed economiche che sembrano averci travolto in un gorgo dal quale la risalita sembra davvero difficile. Ci sono passaggi nel racconto davvero illuminanti, come quello che chiarisce il concetto di frugalità che non va inteso come risparmio ma come radicale cambiamento di valori che mettano in primo piano i valori della vita, che non si identificano con l'economia e con la merce, quello che riflette sulla necessità di un cambiamento del modello di sviluppo che recupera "il passato per proiettarsi nel futuro". Il valore di questo nuovo libro consiste nello scandaglio approfondito di una possibile individuazione della meta del nostro cammino, che possa toglierci da questa sospensione di vita e ridarci la speranza.
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