Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.
Finita in orfanotrofio all'età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell'orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi...
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Sicuramente interessante per gli amanti degli scacchi. Per il resto romanzo poco coinvolgente a parte l'alienazione della protagonista che vive solo per gli scacchi. Siamo molto lontani dalle pagine de " Lo spaccone".
Asciutto, a tratti crudo, avvincente. Adatto anche a chi, come me, non conosce nulla del gioco degli scacchi. Da leggere.
Lo consiglio molto bellissimo
Libro da leggere anche per chi come me non capisce nulla degli scacchi. Non ci si annoia mai, ma anzi si ha voglia di continuare a leggere per vedere cosa farà la protagonista. Mi è piaciuto anche lo stile della narrazione.