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Si tratta di un classico imprescindibile che non intendo commentare nei contenuti. Voglio solo segnalare la presenza di numerosissimi errori di battitura tutt'altro che ininfluenti (mancano dei 'non'; 'viaggio' al posto di 'villaggio'). La rigorosa ma non semplice prosa di Lévi-Strauss e la non banalità dei suoi argomenti non meritavano una tale sciatteria, francamente scandalosa per un editore glorioso come Einaudi.
Saggi scritti a distanza tra loro ('52-'71), il secondo suscitò molte polemiche, poi rientrate. Ottima intro di M.Izard che spiega fondamenti e storia dei saggi, la polemica (strumentale) e la sua chiusura (1983 e poi Kambouchner 1995). 1°saggio. Nega causalità razza-sociologia e afferma che geog/storia/sociol originano il costrutto razziale; disuguaglianza/diversità (esterno tra popoli, interno per classi/ceti) necessari allo svl. Contro l'evoluz.mo soc/cult: il mutamento non è frutto di isolamento ma di mescolanza e più i soggetti sono diversi maggiore è lo svl; ne deriva il relativismo sull'importanza delle razze, ma ammette che l'etnocentrismo è necessario allo svl di soc/identità collettive. Convivenza di due processi: mescolamento che porta omogeneità cult, ed il cambiamento/evoluz che necessita del mantenimento delle differenze. 2°saggio pt1. Illustra aspetti/comportam diversi per razza e mostra come siano strumentali a mescolanza e mantenimento dei caratteri genetici migliori nel contesto geogr/sociale; deduce così che la razza esiste solo in ottica culturale, che può presentarsi super/infer (per evoluz sociale/tecnologica) nel cfr, ma gli scarti temporali di recupero sono brevi in rapporto all'evoluz ed i comportamenti di soc.primitive sono assimilabili ai contemporanei corretti in funz del contesto; è quindi possibile/probabile un legame genetica/cultura (limitato in tempo/geografia per l'evoluz più recente, arco di secoli), per mantenere le differenze (necessarie al processo evolutivo), ed alimentato per uso strumentale dalla politica internazionale per controllo/dominio. Credo che nel 2° saggio lo scalpore sia derivato dal accettare/ammettere il legame genetica-cultura e livelli di svl diversi. Ma l'autore afferma anche più volte che il tutto va limitato in tempo e spazio e che il rapporto causale è che la cultura orienta le evoluz genetiche, non l'opposto (quindi genetica/razza non può essere usata come discriminante tra popoli).
Quando a scrivere è Lévy-Strauss non possiamo che inchinarci davanti al suo formidabile intelletto.
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