L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
recensione di Bianchini, A., L'Indice 1996, n. 6
Questo libro singolare, in apparenza assai semplice, dà, a momenti, un'impressione di estrema compattezza, e, in altri, addirittura si slabbra.Lo sfondo:Torino, città-mistero, città magica che, nella narrativa italiana contemporanea, sembra assumere il ruolo incantatorio che ricopre Lisbona nel panorama europeo.Una Torino che, al di là delle sue ombre e delle sue luci, e, in parte, anche in funzione di queste, ha soprattutto valore come città di Primo Levi. Dunque,Torino come coscienza e memoria.
I protagonisti, nella controcopertina definiti come single, sono in realtà due persone sole, poco legate a obblighi familiari (all'uomo viene però attribuita una madre), ma provviste di amici, altrettanto sciolti dei protagonisti, molto disponibili, e quasi altrettanto vaghi nelle azioni e nelle decisioni.Pasticcioni, gli amici, e un po' goffi, così come sono i due protagonisti: non tanto lei quanto lui, Raskolnikov, il pianista, davvero incapace di affrontare le situazioni più semplici, il tipo di persona che attira su di sé tutti gli incidenti e tutti i disguidi.E tuttavia più di lei vicino al regno della magia, delle possibilità segrete, soprattutto per il dono della musica che lo mette al di sopra degli altri.
Sergej Raskolnikov e Arianna si incontrano in treno, e ci viene detto fin dall'inizio che i due nomi non sono veri.Vere e semplici, invece, le circostanze della loro vita: ambedue diretti in Riviera, in uno scorcio di stagione, fine settembre, lei che legge "Se questo è un uomo" di Primo Levi, lui che sbircia il titolo e la conversazione, il legame, ci è dato intendere, nasce da lì e rimarrà come filo conduttore attraverso tutta la storia.
L'intreccio è fatto di brevissimi incontri che, francamente, non definirei mondani (come ci indicano nuovamente in sede editoriale), ma soprattutto conviviali e in generale falliti, sempre per l'improntitudine di lui. Un'aria di tenerezza e di mistero riscatta i riti quotidiani: tutt'uno con il sentimento che la più pratica Arianna prova nei riguardi di Raskolnikov e del quale sappiamo in realtà pochissimo. Lo ama o non lo ama, incontri casti oppure no?
È chiaro che tutto questo all'autrice non importa. Importa il resto, e cioè quell'insegnamento di PrimoLevi sul dolore, sugli uomini, sulla solidarietà, sulla memoria che sottende alla vita di Arianna e che la donna vuole trasmettere non solo a Raskolnikov ma al mondo di oggi, così indifferente, così dimentico, così diverso. E, alla fine, ci riesce, ed è questa la parte più significativa e chiara di un romanzo che è quasi un apologo.La commemorazione di Primo Levi, in un teatro di Asti, si presenta, all'inizio, quasi come un fallimento: per l'assenza e l'incomprensione del pubblico. E poi, misteriosamente, prende le ali e coinvolge e commuove. E su tutto, quasi a risolverla, le note dell'Adagio di Mozart suonato da Raskolnikov. Un successo? Sì, certo, e tuttavia segna il divario fra il passato e il presente, l'impossibilità dell'identificazione completa con il passato, e sottolinea la banalità del nostro presente.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore