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Avevo avuto modo di apprezzare lo stile della Renault e il suo modo di ricostruire il passato in maniera accurata e sempre affascinante già in "Fuoco dal cielo". Se nel primo libro il focus era sulla lotta politica e sugli intrighi di corte, in "Il ragazzo persiano", con lo spostamento di punto di vista dallo stesso Alessandro a Bagoa abbiamo ancora, certo, tutti questi elementi che sono stati fondamentali nella vita del conquistatore macedone, ma abbiamo anche un'attenzione molto più pronunciata nei confronti dei sentimenti, della personalità del conquistatore, del suo lato più intimo, raccontato da un personaggio che dimostra un'incrollabile devozione (a volte anche all'eccesso). L'elemento romantico si sposa meravigliosamente con lo stile poetico, la ricostruzione storica è ancora una volta puntuale e priva di edulcorazione (uno dei primi capitoli descrive apertamente l'evirazione del protagonista).