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In questo libro Valerio la Martire raccoglie le testimonianze di nove ragazzi che si prostituiscono in una casa di appuntamenti per omosessuali a Roma. E' un’inchiesta giornalistica romanzata basata su fatti veri, perché i ragazzi raccontano le loro esperienze in prima persona e al presente, come una cronaca in tempo reale. Poi, l’autore aggiunge qualcosa di suo, almeno per quanto riguarda la storia di Luigi, sedicenne, figlio di una prostituta e iniziato a dodici anni, ucciso da un cliente. I ragazzi vivono in casa di un transessuale di origine cinese, rapito durante l’invasione giapponese e portato in una casa di geisha a Kyoto come sguattero e poi prostituito, che si fa chiamare Mama-san. Ora, anziano, raccoglie ragazzi di strada, senza casa, e offre loro alloggio e protezione in cambio di prestazioni con clienti paganti. I giovani non sono forzati ai rapporti omosessuali, anzi è una loro scelta. Alcuni hanno anche relazioni fra loro, finché, più esperti, non decidono di mettersi in proprio. Non hanno scrupoli, rimorsi o rimpianti: è una loro decisione perché le loro prestazioni sono pagate bene. I clienti sono industriali, commercianti, padri di famiglia, politici, sportivi, accomunati dal desiderio di fare sesso estremo omosessuale. Il più stravagante si fa chiamare Metilene, è specializzato in pissing ma la sua orina è blu, perché assume cristalli di metilene per colorarla secondo il desiderio del suo cliente. Sono descrizioni molto esplicite e crude nei dettagli dei rapporti sessuali, ma i racconti sono distaccati e i ragazzi non suscitano empatia, anche se le loro sono storie di abusi ed emarginazione. Un libro come questo, una raccolta sintetica di brevi episodi, non vuole essere un capolavoro letterario, ma la testimonianza di un fenomeno poco conosciuto, che può incuriosire o turbare, ma più diffuso di quanto si possa pensare, e sempre taciuto.
Ho sentito, molto forte, nei racconti dei ragazzi il confronto tra ideale e reale, tra i loro (vecchi? abbandonati? dimenticati?) sogni di infanzia e ciò che la vita li ha portati a essere. Perché, in fondo la vita è così, è un susseguirsi di scelte (a volte volute, altre volte forzate) e di compromessi, è sapersi adattare per sopravvivere, per restare a galla. Questo è ciò che fanno Paolo, Marco, Giuliano e gli altri ragazzi della casa. Non solo marchette, non solo incontri perversi e clandestini con chissà quale uomo voglioso. In loro c'è molto di più e ho apprezzato come questa dimensione intimistica sia venuta fuori nei vari racconti, anche nei personaggi più restii a parlare di sé, anche in quelli che credevano di non aver niente da raccontare. Lo stile dell'autore è, come sempre, flessibile, in grado di adattarsi alle diverse personalità della casa, di tirar fuori i loro pensieri e segreti, di sviscerare emozioni represse, conflitti, aspirazioni, e dare un senso alla normalità di giorni che sembrano ripetersi, ma che invece sono sempre nuovi. Perché, come scopre il povero Luigi, l'imprevisto è in agguato e niente dura per sempre. Nemmeno i giorni nella casa. Nemmeno Mama-San. Consigliato a chi vuole una lettura cruda, senza peli sulla lingua, senza pudicizie, di uno spaccato delle vite di questi giovani prostituti romani.
Recensioni
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"Copro le labbra di uno strato di colore blu. Mi guardo ancora. Una figuradistorta su sfondo bianco. Io sono quello che non ne ha bisogno, quello chevive da solo fuori della Casa. Io sono quello che non ha un nome perché nonha importanza, quello che non ha un colore al posto giusto".In una Casa-Okiya alla periferia di Roma sette ragazzi vivono come geishasotto la guida di un travestito Mama-san. Raccontano in prima persona illoro modo di amare e di vendere il loro corpo.L'omicidio efferato di uno di loro li costringerà a confrontarsi con lapropria fragilità.
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