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Dopo "La parrucchiera di Pizzuta", l'autore riporta alle luci della ribalta Rosa Lentini, l'investigatrice dilettante che, grazie alle ricerche d'archivio, ai suoi studi filologici e all'aiuto dell'arzilla mamma, riesce a risolvere dei cold cases. Questa volta Rosa, ancora delusa dalla carriera universitaria, viene richiamata in paese dall'ex comandante dei carabinieri e intimo amico del defunto padre della donna, per indagare sul caso di una giovane giornalista assassinata nel 1974. Svolgendo le indagini filologiche, emergono fatti oscuri e morti sospette di donne curiose e perspicaci… Anche questo secondo volume di Nino Motta si legge con piacere e interesse. Grazie alle indagini condotte attraverso l'esame di vecchi documenti e foto, il lettore segue man mano l'evolversi della vicenda ed è indotto anch'egli, seguendo i piccoli indizi e le grandi rivelazioni, a fare mille supposizioni. Il coinvolgimento è pertanto, assicurato: un'immersione totale tra segreti, che forze opposte tentano di riportare alla luce o di fare restare nell'oblio. Molto divertenti poi, le conversazioni tra Rosa e la madre Evelina, che alleggeriscono la drammaticità delle storie proposte e strappano più di qualche sorriso.