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Non è facile dire qualcosa su un lavoro del genere. No. “Il racconto di un sogno. Ritorno a Twin Peaks” di Ilaria Mainardi è qualcosa di più complesso, di più viscerale e intimo. Eppure è una voce distinta, uno stile che potrebbe aprire la mente a diverse interpretazioni su quella che è stata definita una serie tv cult. Occorre aver visto “Twin Peaks” per gustarsi questo saggio? No. Ma sicuramente non va letto con superficialità, perché in queste pagine la padronanza linguistica e cinematografica dell’autrice ha una portata potente. Ilaria Mainardi affronta l’argomento da vera appassionata, ma lo fa con strumenti accessibili a tutti. Il suo punto di vista è analitico, sempre attento ai vari aspetti che ci sono dietro a un regista così versatile e a un’opera -la serie tv- che ha inchiodato diverse generazioni agli schermi. Eppure è difficile etichettare tanto David Lynch, tanto la storia stessa e forse è sbagliato farlo. L’autrice, citando Frank Kafka, ci ricorda che cercare di intrappolare un’opera, soprattutto di un regista come lui, è quasi una perdita di tempo. Perché forse anche noi vagheremmo dentro qualche labirinto di cliché inutili e pomposi.Questo lavoro è, per sua stessa ammissione, “una dichiarazione d’amore rispettosa”, che non butta sulla carta solo la soggettività che può nascere dalla visione di un’opera del genere. L’autrice fa un passo indietro, mette sul tavolo il cuore, ma anche la ragione e restituisce al lettore un quadro completo, che spazia dall’analisi di ciò che ha già visto o che potrebbe vedere in futuro. Un excursus che si ferma per riflettere sul simbolismo del coniglio e l’influenza che l’arte pittorica ha avuto su alcune scelte del regista, per esempio. Forse alla fine bisogna solo accettare, ed è una cosa meravigliosa, che “David Lynch è un mistero”, ma soprattutto che che “Twin Peaks è morto e vivo. Twin Peaks è finito e quindi non finirà mai”. Come tutte le cose belle, insomma.
C'è tanta ricerca, tanto studio, tanta dedizione e il tutto permeato di passione che emerge in ogni pagina di questo saggio. È sempre un piacere leggere di Ilaria Mainardi. Ero rimasto affascinato dalla sua precedente opera: La quarta dimensione del tempo, un romanzo ricco di riferimenti cinematografici la cui fabula meriterebbe davvero il grande schermo. Probabilmente rivedrò l'intera serie di Twin Peaks data la curiosità che queste pagine provocano. Complimenti e: AD MAIORA!
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