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Quale posto migliore di un parrucchiere per signora può ospitare il potere straordinario della parola? Le donne hanno dalla loro la forza catartica del raccontare, si è sempre detto. Qualcuno sostiene che posseggono anche quella dell’ascolto. Due abilità che raggiungono la loro apoteosi mentre ci si abbandona a una messa in piega. Ecco allora I racconti del parrucchiere della brava Elvira Seminara: 13 storie di donne raccontate con spensieratezza in questa allegra location. Così intense e divertenti che ne vorremmo altre 13.
Parrucchiere minimal. La Stagione del minimalismo è durata poco da noi, benché ci abbia dato alcuni buoni talenti: Gaetano Cappelli (da Floppy Disk fino a Volare basso) e Annalucia Lomunno (Rosa Sospirosa). Ma è necessario pensare al minimalismo come a un atteggiamento dello spirito più che a un fenomeno storico. Destinato, dunque, a rispuntare, in letteratura, nei momenti più impensati: perfino nell’attuale epoca di orrendi polpettoni narrativi. È il caso di Elvira Seminara (siciliana, vive a Catania). Lo scorso anno era un po’ passato sotto silenzio il suo romanzo L’indecenza (Mondadori): notevole storia dell’arrivo di una giovane e bella domestica dell’est nella casa di una coppia siciliana benestante. Oggi, i Racconti del parrucchiere 13 piccole storie legate appunto al tema dei capelli delle donne, la rilanciano: sono i cortocircuiti del racconto a esaltarne la bravura. Storie che, sotto la superficie di eventi spesso non rilevanti, ma immersi nell’agitarsi del mondo interno dei personaggi, rivelano la forma del desiderio, la violenza dell’illusione, l’abbandono al sogno ancorché spesso vano. I capelli e la loro cura (o incuria) sono i segni del momento della verità su di sé e sul rapporto con il mondo che ci sta attorino. Le due storie più belle, da antologia. Chandrika, 31 anni, molto graziosa, che è immigrata da Sri Lanka in Italia ed è una colf, si fa tagliare dal parrucchiere la lunghissima treccia nera e tingere di biondo i capelli: un gesto liberatorio prima di lasciare l’Italia per Parigi (Otto scarpe e un biglietto). In Giorno libero mercoledì una prof di mezza età si illude di riassestare la sua vita vuota di affetti sognando, per un attimo, sulla poltrona del parrucchiere. Tutto inutile.
La condiscendenza intima del curatore di bulbi, non frena il flusso di coscienza di questi racconti godibilissimi.
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