In questo volume, Catherine Zarcate ha cercato di restituire al mito la finezza del suo rapporto con la natura valorizzandone la vitalità: Toth sorride e gioca, Iside piange o ride quando non riesce a ricordare in che cosa ha trasformato Horus; ci divertiamo nel vedere Seth che si lascia imbrogliare o ne proviamo compassione quando una divinità gli ricorda le inesorabili conseguenze della coscienza: "Ti sei condannato da solo...". La raccolta è strutturata in modo che il percorso si trasformi in un viaggio personale: i simboli, divenuti vivi, pongono una serie di domande che sembrano sussurrate dagli dèi in persona: siamo in equilibrio sulla barca della nostra vita? In che modo la nostra terra ama il cielo? Che cosa creiamo con la nostra parola: la luce o il caos? Il lettore si sorprenderà a porsi molte domande suscitate dalla profonda risonanza dei miti egizi.)
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