Sergei Taneyev (1856-1915): Quintetto in sol maggiore per due violini, viola e due violoncelli op. 14; Quintetto in do maggiore per due violini, due viole e violoncello op. 16Nuova luceCompositore cosmopolita e patriota russo, raffinato cultore di storia e progressista scettico nei confronti del progresso: anche durante la sua vita, Sergei Taneyev aveva saputo suscitare opinioni molto contrastanti sul suo conto. Se da un lato molti consideravano questo brillante allievo di Ciaikovsky un didatta di altissimo livello, dall’altro un gruppo altrettanto numeroso giudicava le sue composizioni poco comprensibili e legate a logiche troppo conservatrici e ai limiti del reazionario. Ensemble da sempre interessato alla riscoperta di opere e di compositori poco noti, l’Utrecht String Quartet si è assunto il compito di provvedere alla definitiva riabilitazione di questo compositore. A questo scopo, per il primo centenario della scomparsa di Taneyev, i quattro componenti dell’Utrecht String Quartet si sono uniti a due solisti del calibro del violoncellista Pieter Wispelway e del violista Alexander Zemtsov per presentare i due quintetti per archi in un disco destinato a gettare nuova luce sul repertorio cameristico fiorito in Russia a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.Spirito polifonicoA differenza del suo maestro Ciaikovsky, Taneyev non nutrì nessun interesse per il balletto – che in quegli anni stava conoscendo una grandissima fama in Russia – e nella sua produzione si trovano pochissime opere a programma. Al contrario, Taneyev provò una grande attrazione per la scrittura contrappuntistica, soprattutto per quella dei capolavori di Johann Sebastian Bach, ma senza trascurare i lavori vocali dei compositori olandesi del passato. Attingendo allo spirito della polifonia, Taneyev voleva dare un contributo al rinnovamento della musica russa, un obiettivo che raggiunse brillantemente, come si può notare nella magistrale suspense dei suoi quintetti per archi, che raggiunge il suo punto più alto in due magistrali fughe, la cui tensione viene fatta crescere in maniera straordinaria dai protagonisti di questo disco.Un vero capolavoroNel Quintetto op. 14 Taneyev raggiunse un livello di perfezione stilistica molto difficile da eguagliare, chiudendo l’opera con un ampio movimento basato su una serie di variazioni molto diverse tra loro e una monumentale tripla fuga, che precede una conclusione che presenta una serie di vaghe reminiscenze delle leggende russe, l’atmosfera ideale per chiudere un’opera composta per due violoncelli, la cui cupa tavolozza sonora fa tornare alla memoria il grande modello schubertiano.La grande anima russaAl contrario, il Quintetto op. 16 – che venne composto pochi anni più tardi – è caratterizzato da sonorità molto più brillanti, grazie alla presenza di due viole. Ma anche in questo caso bisogna prestare attenzione alle apparenze, in quanto la rassicurante tonalità di do maggiore, mantenuta per lungo tempo, alla fine viene repentinamente travolta da uno scatenato e febbrile prestissimo in do minore. Quest’opera esalta al massimo grado l’intimo tormento della proverbiale “anima russa”. Nel complesso, queste opere non potrebbero essere più adatte all’Utrecht String Quartet, che in questo disco propone una nuova straordinaria riscoperta, che farà sicuramente la felicità dei molti appassionati dei repertori meno conosciuti.
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