Marta, una giovane donna sposata con un pescatore, è costretta a fare cambiali di nascosto dal marito per far studiare il figlio Claudio, che pare promettente. A firmarle è un fotografo suo conoscente, che in cambio del silenzio pretende una certa disponibilità sessuale. Marta vorrebbe mostrarsi gentile ma la ripulsa che sente è più forte, e trova mille scuse per sfuggirgli. Eppure non vuole che suo figlio rinunci agli studi, l’unico, disperato tentativo che ha per farlo uscire fuori dalla miseria in cui vivono. Anche Berto, il migliore amico di Claudio, è figlio di pescatore, e pure lui in mare non ci vuole andare. Fin da piccoli i due sono compari di “spedizioni segrete” e di sogni: si acquattano dietro i cespugli per spiare le donne svestite che fanno il bagno, seguono le ragazzine di buona famiglia per scambiarci qualche parola e si immaginano alla guida di transatlantici. I loro padri, invece, ripongono ogni speranza di rivalsa nella rivoluzione, ma saranno proprio le bandiere rosse che nascondono nel buio dei loro giardini a tradirli. Così, Claudio e Berto, nati e cresciuti all’ombra del fascismo che nel frattempo amplia il suo consenso, sacrificheranno la loro gioventù per riabilitarsi agli occhi del partito, arruolandosi come volontari. E da quel momento tutta la loro vita è un dipanarsi di casualità storiche e politiche, dove nessuno ha colpa o merito e niente ha più valore. A due anni dalla nuova edizione del capolavoro I superflui, Arfelli torna a raccontare di una generazione minata dall’interno, vittima dell’inedia e sopraffatta dal dolore della storia, a cui fa da sfondo il rumore delle sirene e il disordine di una guerra di mezzi e di aeroplani. I protagonisti per sopravvivere sognano quello che non hanno, e quando si svegliano ci soffrono fortissimo, come se gli avessero portato via una cosa vera.
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