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Qui e ora. Lettere 2008-2011 - Paul Auster,J. M. Coetzee - copertina
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Qui e ora. Lettere 2008-2011 - Paul Auster,J. M. Coetzee - copertina

Descrizione


Per quanto possa sembrare strano, Paul Auster e J. M. Coetzee non si erano mai conosciuti di persona. Quando nel 2008 finalmente si incontrano, tra i due nasce un'amicizia tanto improvvisa quanto profonda. Decidono così di rimanere in contatto nonostante la grande distanza fisica che li divide: Auster vive a Brooklyn e Coetzee in Australia. Ma lo faranno in modo assolutamente peculiare, almeno per il mondo d'oggi fatto di e-mail e social network: si scriveranno delle lettere. Opponendo al "tempo zero" della comunicazione digitale la lentezza ponderata della scrittura su carta, con i suoi ostacoli e le sue idiosincrasie (una lettera si può perdere, una mail no; una lettera si può interrompere e coprire più giorni, una mail di solito la si spedisce immediatamente; una lettera costa la fatica della mano che stringe la penna, dell'occhio che decifra la calligrafia...), Auster e Coetzee dischiudono uno spazio di riflessione e approfondimento sempre più raro. In questo carteggio, che ha l'ariosa disponibilità al caso e all'incontro dei migliori romanzi di Auster e la radicalità di pensiero dei libri di Coetzee, i due scrittori affrontano qualsiasi argomento si offra loro: la comune passione per lo sport, la natura del genio, la difficile arte di tenere in piedi un matrimonio, la crisi finanziaria e la situazione in Medio Oriente, quanto l'uso dei cellulari abbia influenzato la narrativa, l'avvento degli e-book... Ma è un altro l'argomento privilegiato dei loro scambi, l'amicizia.
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Dettagli

2014
11 marzo 2014
236 p., Rilegato
9788806214609

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teo
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J.M.Coetzee e Paul Auster sono due pezzi da novanta. I loro libri sono una gioia per gli occhi e per la mente. Uno ha vinto addirittura il Nobel e ha scritto il libro più bello del novantesimo secolo, ovvero Vergogna. L’altro ha scritto libri bellissimi, quasi senza muoversi da New York. Insomma con entrambi abbiamo passato delle ore preziose. Amici per caso, si scrivono e parlano di tutto. All’inizio in realtà Auster scrive per due, Coetzee si sbilancia solo più avanti e anche troppo, come se avesse bisogno di trasmettere all’amico che i Nobel hanno passioni televisive e seguono il tennis. Nessuno dei due scrittori si azzarda a pontificare o a prendere il sopravvento sull’altro.

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Voce della critica

  Che cosa si trova nello scambio epistolare tra due grandi scrittori del nostro tempo? Per cominciare una prospettiva sul mondo, di genere maschile, s'intende. Perché gli uomini sprecano tanto tempo davanti allo schermo televisivo a guardare lo sport, a guardare giovani che giocano? Per la componente narrativa delle partite, risponde Paul Auster. Questo approccio estetico non soddisfa Coetzee, il quale vede il bisogno di eroi che lo sport soddisfa. Momenti di eroismo, momenti di nobiltà, il carattere etico della questione, ciò che le partite (cricket e tennis per Coetzee, football americano e baseball per Auster) mettono davvero in gioco. Bisogno di eroi, bisogno di emulare il padre o un suo sostituto eroico. L'atleta sembra emanciparsi dalla natura umana e sfiorare il sovrumano, il divino: Coetzee ha in mente il tennista Federer. I suoi colpi da maestro, come le grandi opere d'arte, dice, "sono fatti da un uomo (ogni tanto una donna) come me; che onore appartenere alla stessa specie che lui (a volte lei) rappresenta! A questo punto non so più distinguere il piano etico da quello estetico". La crisi economica è però il tema d'apertura di questa selezione di lettere scelte per la pubblicazione: il 2008 è stato l'anno cruciale che ha dato il via alla grande recessione. Basterebbe sostituire i cattivi numeri che affollano i computer e sostituirli con numeri buoni e la crisi forse si risolverebbe: non sono le parole sventate di un letterato che non comprende il mondo della finanza e la complessità dell'aritmetica bancaria. Sono invece le parole di un uomo che ha lavorato nell'industria informatica e si è occupato di linguistica computazionale e che comprende a fondo come la crisi finanziaria sia stata indotta anche da manipolazioni e avventure speculative disastrose. Poi, vi si trovano scambi di opinioni su libri, film, recensioni, articoli di giornale, grandi maestri. Uno dei temi più interessanti che Coetzee evoca riguarda la lingua madre, il suo personale rapporto con l'inglese: "certo di parlare la lingua, o almeno di scriverla, meglio della maggior parte dei nativi", quando apriva bocca si tradiva come straniero "e cioè come qualcuno che per definizione non può conoscere la lingua altrettanto bene dei nativi. Mi dicevo che conoscevo l'inglese nello stesso modo in cui Erasmo conosceva il latino, dai libri". "La lingua è sempre la lingua dell'altro. E tanto più quando conosci così bene l'inglese da sentire in ogni frase che cade dalla penna echi di usi anteriori, che ti rammentano chi prima di te ha posseduto quella frase!". Con grande consapevolezza, Coetzee sostiene che il suo inglese letterario è depurato dei marcatori dell'origine nazionale, e per questo "un po' anemico". Se il pretesto per queste riflessioni (confessioni?) è la lettura del saggio di Derrida Il monolinguismo dell'altro, il trasferimento dell'autore in Australia ("molto più inglese del mio nativo Sudafrica") ha segnato l'ingresso in un mondo monolingue, saturo di inglese, straniante. Ciò che maggiormente accomuna i due scrittori è la passione letteraria per grandi autori del passato, in particolare Beckett e Kafka, di cui entrambi sono profondi conoscitori per avervi dedicato studi e letture nel corso di un'intera vita. Colpisce l'interesse che ancora desta in Coetzee il disturbo alimentare che caratterizzò la vita familiare di Kafka, la cui piena comprensione, quale artista della fame e artista della fuga, era evidente sin dal suo romanzo La vita e il tempo di Michael K. A conferma delle diverse personalità di questi due uomini, seppure nella loro sintonia intellettuale, Auster attinge spesso ad aneddoti familiari, fa riferimento ai figli e parla sempre con devota ammirazione della moglie Siri, di cui apprezza le doti di scrittrice. Sempre schivo e riservato, Coetzee invece pone questioni filosofiche, come il tennista che ha in pugno il servizio, lancia quesiti, questioni, suggestioni che Paul Auster raccoglie e pazientemente svolge o riavvolge. Da queste lettere si coglie certo una visione del mondo disincantata, anche sulla vecchiaia; una profonda conoscenza della letteratura e delle arti; un'interpretazione piena e consapevole del ruolo dell'intellettuale nel mondo della politica e dell'economia internazionale. Quel che rimane, l'insegnamento, è lo slancio idealistico di chi ostinatamente crede nella possibilità di un mondo migliore: un mondo in cui i dittatori possono essere rovesciati e si può festeggiare ed esultare per le strade. Fosse anche solo per due settimane, "prima che i vecchi grigi riprendano il controllo e la vita torni alla normalità. Il mondo continua a farci delle sorprese e noi continuiamo a imparare".     Carmen Concilio    

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Conosci l'autore

Paul Auster

1947, Newark (New Jersey)

Paul Auster è stato uno scrittore, sceneggiatore e regista statunitense. Nato da genitori ebrei originari dell’Europa orientale (il nonno paterno era emigrato nel 1901 dalla città ucraina Ivano-Frankivsk), dopo aver studiato alla Columbia University, nel 1970 si era spostato a Parigi dove aveva lavorato come traduttore fino al ritorno a New York nel 1974. L'esordio come scrittore era avvenuto - dopo diversi insuccessi e il divorzio dalla prima moglie, la scrittrice Lydia Davis - con poesie, racconti e articoli pubblicati sulla “New York Review of Books” e sulla “Harper’s Saturday Review”. La sua opera più famosa, subito accolta favorevolmente dalla critica, è la Trilogia di New York (composta dai romanzi Città di vetro,...

J. M. Coetzee

1940, Città del Capo

John Maxwell Coetzee è uno scrittore sudafricano di lingua inglese, ma di discendenza afrikaner. Nel 2003 viene insignito del Premio Nobel per la Letteratura.Nelle sue opere narrative ha attaccato il sistema dell'apartheid e condannato il colonialismo nei suoi vari esempi storici, trovando il giusto equilibrio tra esigenza di denuncia e attenzione alle necessità tecniche ed estetiche del romanzo. Il suo esordio letterario avviene nel 1974 con Deserto, al quale fanno seguito Nel cuore del paese (1977), Aspettando i barbari (1980), Storia di una fattoria africana (1983), Foe (1986).Coetzee esplora nuovi territori letterari con Il Maestro di Pietroburgo (1994), Torna all’attualità con il romanzo Vergogna (1999, vincitore del Booker Prize; pubblicato in Italia nel...

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