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Scoperta grazie alla trasmissione Il circolo degli anelli durante le Olimpiadi di Tokyo con i suoi interventi sempre interessanti su vari aspetti della cultura giapponese, in questo romanzo si conferma abile e delicata narratrice. La storia raccontata infatti è quella di persone che hanno perso qualcuno di molto caro e che trovano un modo per alleviare le proprie sofferenze e riallacciare in qualche modo un dialogo coi propri defunti per chiudere così ferite rimaste aperte o semplicemente per rendere meno netto il distacco, in una strana cabina telefonica, non più collegata alla rete, collocata nel giardino di un anziano signore nella zona devastata dallo tsunami del 2011. Un luogo che esiste davvero questa Bell Gardia col suo Telefono del Vento, un luogo nel quale la scrittrice italiana che da tanti anni vive in Giappone riesce a trasportare il lettore, facendolo entrare in punta di piedi, così come fa Yui, la protagonista del romanzo, e lasciandogli alla fine della lettura una sensazione mista, po’ di gioia e un po’ di malinconia.
Storia interessante, ma non mi trascina dentro essa come dovrebbe, lo stile mi pare un po' acerbo
E' sempre bello ritrovare qualcosa dei libri di questa autrice che si sono letti prima o dopo, una sorta di intesa tra chi legge e chi ha scritto
Acquistato perché attratta dall'idea di fondo, quella cabina sperduta alla quale tutti e ognuno vorremmo poter fare ricorso per simboleggiare un contatto ininterrotto e introvabile. Sono rimasta punto Delusa, forse come logica conseguenza di tante aspettative. Ho trovato lo stile insopportabilmente melenso. Una delle poche letture abbandonate.