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Quanti sono i domani passati - Valentina Cortese - copertina
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Quanti sono i domani passati

Descrizione


"Sono un’attrice vecchio stile, con la voce flautata. Nella vita, lo so, cerco di fare il clown, cerco di tenermi questa etichetta che mi hanno messo addosso della diva un po’ evanescente, e che in fondo mi va bene, mi protegge e mi fa comodo.”
Così si descrive Valentina Cortese, un mito del teatro e del cinema di tutto il mondo. Una grande attrice, come forse non ce ne sono più. Un’artista che ha perseguito gli ideali di grazia e bellezza: “A essi, come a me stessa, voglio restare fedele. Io mi dissocio dal presente distratto che non vede le cose essenziali. Non aderisco alla bruttezza e alla volgarità, perché non posso.” Ma Valentina, tolti gli abiti di scena, è soprattutto una donna, con la sua gioia e la sua disperazione di vivere. “Io amo la vita anche se la vita spietatamente ci scaraventa là, così, subito, brutalmente nel caos.” E la sua vita, raccontata in questo libro, sembra quasi una favola hollywoodiana, che inizia allo scoccare del nuovo anno in una Milano d’altri tempi, per passare alle rive dell’Adda imbiancato, fino a Torino, Roma, Cinecittà, Hollywood, e poi al palcoscenico del Piccolo Teatro. Una storia di grandi amori con uomini altrettanto grandi: Victor de Sabata, Giorgio Strehler; di incontri e amicizie straordinarie: da Fellini a Marilyn Monroe, da Truffaut ad Alda Merini. “Quando penso ai momenti della mia vita vedo il teatrino costruito da papà Giuseppe, vedo il sorriso di Paolo Grassi quando era già nella clinica di Londra malato di cuore, vedo il sorriso di Marcello Mastroianni quando gli avvolsi una sciarpona di cachemire gialla al collo mentre andava verso il Teatro Manzoni, vedo la mano di Victor che conduce il Tristano e Isotta, l’abbraccio di Giorgio, vedo i passi traballanti di mio figlio Jackie quando a nove mesi camminava da solo sulla Queen Elizabeth di ritorno da Hollywood, vedo il whisky gettato con violenza in faccia a Darryl Zanuck, vedo ogni primo passo compiuto per entrare in scena. Ho cominciato che ero una bambina, gli anni sono passati e ancora adesso mi sento una bambina, una bambina a cui piace sfidare il domani.”
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Dettagli

2012
2 aprile 2012
190 p., ill. , Rilegato
9788804619437

Valutazioni e recensioni

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Attilio Alessandro
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Tutto un gran sproloquio in stile Wanda Osiris sulla sua infanzia, i suoi amori, la sua voglia di tecitare...credo che abbia raccontato pure un sacco di balle. Grande attrice con Strehler, bellissima immagine di vecchia glamour ma pessima narratrice di se stessa. Evitare

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ornella tognetti
Recensioni: 1/5

che NOIA!!!!!!una gran fatica arrivarci in fondo!

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Romolo Ricapito
Recensioni: 5/5

Questa autobiografia di Velentina Cortese mi è sembrata molto riuscita. Essa consta di due parti: nella prima è raccontata la sua infanzia bucolica nelle campagne della Lombardia. Colori, sapori e gioia emergono vivaci andando a fondersi con la personalità di una bambina cresciuta tra i contadini per volere di una madre borghese in fuga, in cerca di sé stessa tramite i suoi studi al Conservatorio. Nella seconda parte, l'ingresso nel mondo borghese, dove il talento di attrice , coltivato sin dalla più tenera età coi compagni di giochi della prima infanzia, emerge prepotente. Gli amori sono il corollario della narrazione: non soltanto quello conosciuto con Giorgio Strehler, ma anche quello importante col direttore d'orchestra Victor De Sabata, poi la passione spirituale con Jacques, regista di "Rififi" fino all'ultimo marito, Carlo, sposato negli anni 90 . Del primo marito, l'attore Richard Basehart che Valentina chiama Dick, una rivelazione clamorosa: la relazione clandestina con Giulietta Masina, conosciuta sul set di la Strada. La rabbia di Valentina è grande; l'unica vendetta , di classe, è dire che la rivale era una pessima arredatrice. Ma assistiamo anche agli inganni di Federico Fellini che tagliò la parte di Valentina Cortese in Giulietta degli Spiriti per non fare sfigurare la consorte. Clamorosa la descrizione del mondo hollywoodiano e della sua degenerazione: il party con uomini nudi in casa di Zanuck con conseguenti cravatte legate ai loro peni ; le finte lesbiche pagate per offrire lo spettacolo di un loro rapporto sessuale agli ospiti. Infine l'assalto dello stesso Zanuck alla Cortese, che reagisce con un whisky buttato addosso al potente produttore ,con la conseguente rottura del contratto in America. E' assente-o contenuto-il narcisismo, per colei che ha ottenuto grandi successi anche in Effetto Notte di Truffaut (nomination all'Oscar) e ha lavorato con Visconti. Lievi e perfetti tutti gli aneddoti, in un contesto notevole di glamour

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Valentina Cortese

1925, Milano

Attrice italiana. Nel 1941, a poco più di quindici anni, appare in Il bravo di Venezia (1941) di C. Campogalliani e subito dopo in La cena delle beffe (1941) di A. Blasetti. Ottiene il suo primo ruolo da protagonista in Soltanto un bacio (1942) di G.C. Simonelli, e recita poi in una trentina di film ­– tra i quali I miserabili (1947) di R. Freda, Cagliostro (1949) di G. Ratoff (con O. Welles), La contessa scalza (1949) di J.L. Mankiewicz – prima di riuscire a dispiegare pienamente il suo talento drammatico, asciutto e al tempo stesso multiforme, in Le amiche (1955), tratto da C. Pavese e diretto da M. Antonioni, in cui interpreta Nene, figura di donna generosa che rinuncia alla carriera artistica per amore del marito, che pure sa fedifrago. Negli anni successivi si misura soprattutto con il...

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