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Quant'erano belle le mie guerre!
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Quant'erano belle le mie guerre! - Jacques Vergès - copertina
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Quant'erano belle le mie guerre!

Descrizione


«Caro Félix, caro Phuoc, caro Amokrane, io provo, quando paragono la mia sorte alla vostra, un profondo sentimento d’ingiustizia nei vostri confronti, nel vedere come la morte, impaziente con voi, sia paziente con me. […] La morte è per me un’amica, non un ghoul come lo fu per voi. Mi ha tenuto compagnia durante la Seconda guerra mondiale e poi nel corso della Guerra d’Algeria, e più tardi ancora, ma ha rispettato la mia indipendenza. Essa sa che un giorno ci ritroveremo, e mi fa credito.» 
È questa forse la più intensa e toccante opera di Jacques Vergès, nella quale l’irriducibile, destabilizzante Difensore dei “Già Dannati dal Grande Tribunale d’Occidente” (e, proprio per questo, della dignità di ogni essere umano), in sequenze play-back solo tessute dalla libera associazione della memoria si rivolge agli amici caduti nelle guerre contro la tirannia e l’oppressione. 
Ma ideali interlocutori di Maître Vergès sono anche alcuni celebri personaggi storici, crudeli dittatori, fanatici rivoluzionari, criminali di guerra, terroristi, e criminali comuni.
Un palcoscenico affollato da carnefici e vittime, da vincitori e vinti, da accusatori e accusati, da giudici e rei. E in questo drammatico copione, qual è dunque lo spazio che resta al Difensore? «Se egli riesce a far capire quanto di pericoloso c’è nell’uomo, se fa ammettere al giudice e ai giurati che anche in loro esiste tale minaccia, essi non tratteranno il criminale come qualcuno venuto da un altro mondo, come un marziano, come un essere nocivo: lo tratteranno come un loro simile passato agli estremi.»
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Dettagli

2012
24 febbraio 2012
180 p.
9788895481746
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