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Anno edizione: 2022
Cosa ha rappresentato Pier Paolo Pasolini per la società italiana? Cosa rimane del patrimonio poetico di uno dei più coraggiosi intellettuali del Novecento?
«Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l'atrocità del dubbio», dirà Pasolini ai «ragazzi» comunisti durante un dibattito sulla terrazza romana del Pincio, pochi giorni prima di morire assassinato all'Idroscalo di Ostia. La sua storia è assai di più dell'interrogativo che ne circonda la morte violenta, va assai oltre il racconto sui misteri dell'Italia repubblicana. Pasolini ha reso vivo il dibattito poetico, culturale, critico, sociale e politico fin dentro al cuore degli anni Settanta. Questo libro prova a raccontare in presa diretta il cammino di un intellettuale il cui pensiero appare ancora adesso essenziale per fare luce sul presente odierno. Fulvio Abbate prova, con le armi di una scrittura perfino poetica, a restituire la vita, le ragioni, l'eredità, i luoghi, la sostanza umana, familiare e storica di Pier Paolo Pasolini, affidandosi, fra molto altro, alle parole di chi ne ha condiviso il breve viaggio, fra questi: Laura Betti, Carlo Lizzani, Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Franco Citti, Dario Bellezza, Marco Pannella, Adele Cambria, Mario Schifano.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Abbate racconta in scioltezza una sequenza di personaggi, miti, figure, posti, oggetti legati ad una stagione comunque grande della cultura e della società italiana, quando sembrava che si potesse sperare ancora in qualche palingenesi, in una correzione della barra a dritta, verso qualche sogno di una cosa. Solo un appunto: a p. 364, il fratello di Aldo Moro si chiamava Alfredo Carlo (non Carlo Alberto, come il padre di Pasolini). Gran bel libro.
Recensioni
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