In questo ricco numero miscellaneo prosegue il dialogo con il lascito culturale del maestro e fondatore dei Quaderni Paolo Grossi, così come prosegue la riflessione su unità e pluralità del diritto, sulla molteplicità dei nessi tra diritto e società: una raffinata analisi dell'argomento è offerta da Francesco Palazzo nel saggio di apertura sulla "funzione costituente del penale nell'era repubblicana". Alle tradizionali sezioni che contraddistinguono il Quaderno, e ai loro approcci (l'approccio interdisciplinare di modelli e dimensioni, quello ordinante della dimensione giuridica, quello ‘fattuale' delle figure dell'esperienza) si aggiunge in questo volume una densa sezione monografica, curata da Luca Mannori, sul ‘lungo medioevo del voto cittadino', sul voto negli ordinamenti comunali e post-comunali italiani tra la fine del medioevo e il primo Ottocento; una riflessione attenta su pratiche e modelli di voto dal « carattere marcatamente esotico » che — come scrive Mannori — spingono « immediatamente a interrogarci, per differenza specifica, sui caratteri fondanti del nostro modo di intendere il voto e di viverlo nella sua dimensione istituzionale ». Il provveduto lettore saprà sicuramente individuare tra i saggi delle diverse sezioni, tra i profili di giuristi e le discussioni, i punti di convergenza e i fili di unione. Si segnala infine l'accorato messaggio presente nel saggio di Pio Caroni che, esaminando la genesi della crisi dell'insegnamento delle materie storico-giuridiche, torna a rimarcare l'indispensabilità del colloquio tra storici del diritto e vigentisti, l'indispensabilità di una lettura dei codici alla luce della temporalità del diritto; alla luce dell'evidenza, innegabile, della percepibilità del diritto solo ‘nel tempo'.
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