Finalista premio Intersezioni. Italia-Russia 2019
Frankenstein di Mary Shelley diventa con Lisa Ginzburg un manuale di comportamento tra genitori e figli. Perché i genitori devono essere liberi di avere delle aspettative e i figli devono essere liberi di deluderle.
«Non c’è verso: la libertà di creare, per chi scrive, arriva dopo una ri-generazione – è il risultato di un ripartorirsi, dell’audacia di muovere passi nuovi a partire da sé, dalla propria persona. Rinominarsi ma senza sfuggire alle radici» - Lisa Ginzburg
Mary Shelley, la figlia di una filosofa femminista e di un filosofo politico, comincia a scrivere, nel 1816, nell'anno senza estate e per gioco, il romanzo del nuovo Prometeo, la storia di Frankenstein, il mostro reso colpevole dall'evidenza di non essere stato amato, la creatura tratta per amore dalle viscere dei cimiteri e alla quale il fulmine di Victor Frankenstein, lo scienziato, dà la vita. «Frankenstein» è il primo romanzo in cui la scienza si fa mitologia e, come la mitologia, crea i suoi esseri mortali e i suoi esseri immortali. Lisa Ginzburg, figlia di una storica del femminismo e di uno storico, a duecento anni dalla prima pubblicazione del romanzo di Shelley ci racconta, forte e conscia di questa eco bio-bibliogra?ca, il suo «Frankenstein» lettera per lettera, dalla "F" della Felicità di rileggerlo e ritrovarlo, alla "N" di Nascere, che è, sempre, il verbo dove tutto comincia.)
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