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Lo psicologo del traffico. In Italia e in Europa
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Molti si ritengono esperti di circolazione e in grado di trovare soluzione ai problemi di sicurezza stradale, e questo è specialmente vero in Italia, dove tre persone su quattro sono convinte di contribuirvi concretamente, guidando meglio della media. Come in varie altre statistiche stradali, già in questa presunzione siamo i peggiori d'Europa. Per contribuire all'abbattimento degli incidenti secondo gli obiettivi fissati dall'Unione europea e accettati dall'Italia, l'arretratezza della psicologia del traffico italiana va colmata al più presto. Per gli psicologi disposti ad acquisire le necessarie competenze specifiche si tratta di un nuovo sbocco lavorativo, in rapida e continua espansione, pur essendo un settore di intervento che richiede un approccio innovativo e insolito per la psicologia italiana. Decisamente orientato alla pratica professionale, il testo illustra i principi metodologici, le tecniche specifiche, gli spiragli normativi e alcuni strumenti professionali della Traffic Psychology adatti a migliorare i comportamenti stradali degli italiani.
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Dettagli

2005
1 giugno 2005
184 p.
9788874661817
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Indice

Introduzione. Parte prima. Quadro internazionale e principi generali1 La recente normativa italiana sulla patente a punti 1.1. Il pnss, il fersi e l'indipendenza degli istituti 1.2. Gravi lacune della normativa italiana: la patente a punti 1.3. Le prime risorse nell'attuale normativa. Bibliografia 2 La divergente esperienza internazionale 2.1. Assicuratori liberi di non assicurare 2.2. Il gap dell'Italia 3 Come gestire l'istinto di correre 3.1. Repressione e sublimazione 3.2. "Guida sicura": negazione ed eufemismo 3.3. Individuare i conducenti più propensi al rischio 4 Sicurezza oggettiva e sicurezza soggettiva4.1. Maggiore abilità con i corsi per il patentino e diminuzione della sicurezza 4.2. I veri successi all'esame del patentino 4.3. Il declino delle scuole guida 4.4. Miglioramento dell'infrastruttura ed eccesso di sicurezza soggettiva 4.5. Migliore infrastruttura, maggiore esposizione al rischio per scelta modale. Bibliografia 5 Propensione al rischio stradale e motorizzazione individuale 5.1. Variabili importanti: l´età e il senso d'inferiorità 5.2. Variabili legate al contesto urbano 5.3. Stili di guida 5.4. Modellamento degli stili di mobilità 5.5. Un modello da imitare: la Svezia. Bibliografia 6 La scala delle tre regole d'oro e l'inversione italiana 6.1. Gli italiani non sono refrattari: l'enforcement e i limiti di velocità 6.2. Un lavoro in corso: far indossare le cinture 6.3. Un lavoro da iniziare: non bere prima di guidare. Parte seconda. Interventi già applicabili in Italia7 Azioni sui decisori 7.1. Gli agenti delle polizie municipali 7.2. I giudici di pace 8 Conoscere la gerarchia delle regole: il problema delle fonti dei dati italiani 8.1. Fattori distorsivi dei dati istat 8.2. Conoscere la cause degli incidenti: il nostro codice deontologico 8.3. Diversi livelli di conoscenza delle cause comportamentali degli incidenti stradali 8.4. Effetti pratici della diversa conoscenza delle cause comportamentali degli incidenti stradali8.5. Le responsabilità dei medici militari 9 Screening dei soggetti privi di requisiti psicologici alla guida, di Mario Zerilli, Mario Merzari e Massimo Prior9.1. Fattori di rischio 9.1.1. Età e genere 9.1.2. Sostanze psicotrope e alcol 9.1.3. Disturbi mentali e psicofarmaci 9.1.4. Danni cerebrali da traumi, problemi vascolari e altre patologie 9.1.5. Patologie degenerative, malattie che alterano gli stati mentali 9.1.6. Ritardo mentale 9.1.7. Altri fattori lo psicologo del traffico 9.2. Il protocollo di visita 909.3. La sperimentazione del protocollo 9.4. Conclusioni. Bibliografia 10 Anziani e guida, di Giovanni Cavadi10.1. La valutazione psicologica dell'idoneità degli anziani alla guida 10.2. Difficoltà e rischi nella valutazione dell'idoneità degli anziani 10.3. Epidemiologia degli incidenti degli anziani 10.4. L'ipotesi del declino intellettuale globale 10.5. Dimensioni e strutture della memoria nella vecchiaia 10.5.1. Attenzione e vigilanza 10.5.2. Il tempo di reazione nelle persone anziane 10.5.3. Variabilità dei tempi di reazione 10.5.4. Tempo di reazione ed età10.6. Considerazioni sulla guida delle persone anziane Bibliografia 11 Psicologia del traffico e asl: l'esperienza di Bolzano di Max Dorfer11.1. Psicologia del traffico e asl 11.2. La storia del servizio 11.3. La formazione degli psicologi del traffico 11.4. La valutazione psicologica dell'idoneità alla guida 11.4.1. L'organizzazione del lavoro diagnostico 11.4.2. Casi in cui è prevista la valutazione psicologica 11.4.3. Gli strumenti diagnostici utilizzati in psicologia del traffico 11.4.4. L'uso di criteri e linee guida11.4.5. Il colloquio psicologico 11.4.6. Gli strumenti testistici11.4.7. I questionari di personalità 11.4.8. La struttura delle relazioni psicologiche 11.4.9. Conclusioni11.5. L'attività terapeutico-riabilitativa (driver improvement) Bibliografia 12 Educazione alla mobilità stradale, di Lucia Lisa e Milena Perazzini12.1. Breve analisi della normativa e della documentazione specifica 12.2. Necessità della programmazione degli interventi di educazionestradale 12.3. L'educazione al rischio stradale 12.4. I percorsi casa-scuola 12.5. Psicologia evolutiva e giovanile dei comportamenti stradali 12.5.1. Apprendere la strada: abilità cognitive e comportamentali nell'infanzia per imparare a muoversi sicuri 12.5.2. Gli incidenti stradali giovanili 12.5.3. Rischiare sulla strada: giovani alla guida12.6. Gli interventi con le scuole 12.7. Conclusioni. Bibliografia. Appendice sulla normativa.

La recensione di IBS

Molti si ritengono esperti di circolazione e in grado di trovare soluzione ai problemi di sicurezza stradale, e questo è specialmente vero in Italia, dove tre persone su quattro sono convinte di contribuirvi concretamente, guidando meglio della media. Come in varie altre statistiche stradali, già in questa presunzione siamo i peggiori d'Europa. Per contribuire all'abbattimento degli incidenti secondo gli obiettivi fissati dall'Unione europea e accettati dall'Italia, l'arretratezza della psicologia del traffico italiana va colmata al più presto. Per gli psicologi disposti ad acquisire le necessarie competenze specifiche si tratta di un nuovo sbocco lavorativo, in rapida e continua espansione, pur essendo un settore di intervento che richiede un approccio innovativo e insolito per la psicologia italiana. Decisamente orientato alla pratica professionale, il testo illustra i principi metodologici, le tecniche specifiche, gli spiragli normativi e alcuni strumenti professionali della Traffic Psychology adatti a migliorare i comportamenti stradali degli italiani.

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