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scheda di Viacava, A., L'Indice 1989, n. 2
Si tratta di un lavoro svolto da uno psicoanalista americano su materiali raccolti da ricercatori infantili, non da osservatori psicoanalisti, come peraltro segnala il titolo originale: 'research' e non 'observation'! Questo spiega l'assenza nella bibliografia di nomi come Esther Bick, Susan Isaacs, Martha Harris e altri della scuola inglese orientata psicoanaliticamente, in cui per osservazione del bambino si intende una tecnica specifica nella quale l'osservatore viene considerato parte integrante del sistema osservato: si tratta, in sostanza, di un modello, quello psicoanalitico, osservativo-identificatorio, atto a comprendere più che a spiegare come invece si propone di fare il modello osservativo-sperimentale. In questo caso, il materiale usato è stato raccolto con varie tecniche di tipo osservativo-sperimentale, che l'A. assembla confrontandone i dati con le teorie psicoanalitiche tradizionali, della psicologia dell'io e delle relazioni oggettuali, proponendo un'interessante confronto delle diverse teorie psicoanalitiche della personalità. È degno di nota che da percorsi diversi, e a volte contrapposti sul piano teorico, si giunga a conclusioni concrete sostanzialmente concordi: che la psicoanalisi riconobbe l'importanza della madre, ma sottovalutò il ruolo attivo del neonato fin dalle prime ore di vita nello stabilire una relazione sociale; che l'attaccamento materno si sviluppa tanto più precocemente e felicemente quanto più il neonato è stato lasciato con la madre al momento della nascita; che il neonato consolato tempestivamente piangerà meno più tardi; che se la risposta della madre allo stimolo del neonato (pianto, sorriso, agitazione) non è adeguata, egli modificherà il proprio comportamento fino a "chiudersi".
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