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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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È il più brillante dei commissari di Zurigo, Matthäi, anche se certo non il più benvoluto. È geniale, sì, ma solitario, impassibile – e maneggia l’apparato di polizia come fosse un giocattolo.
Ma, a differenza di quel che accade nei romanzi polizieschi, la ragione può far luce solo su una piccola parte del mondo, e nell’incerto chiarore che regna ai suoi confini si insedia tutto ciò che è paradossale, casuale. Con questa zona oscura, che non si può dominare, anche Matthäi dovrà fare i conti. Accadrà a Mägendorf, mentre il föhn fa piombare sul villaggio, a grandi folate, un caldo innaturale, che eccita e incattivisce. Il corpo di una bambina, Gritli Moser, assassinata a colpi di rasoio, viene trovato da un ambulante, von Gunten. Tutti i sospetti ricadono su di lui, che dopo un interrogatorio di venti ore confessa, e si impicca nella sua cella. Per tutti il caso è chiuso, ma non per Matthäi. Gritli ha confidato a un’amica di avere incontrato un gigante alto come una montagna, « pieno di piccoli porcospini », e lo ha disegnato. Una favola? Non per Matthäi: altri bambini sono in pericolo e il gigante dei porcospini sta per colpire ancora, ne è convinto. Per inseguire quel fantasma rinuncerà a tutto: alla sua immagine di investigatore glaciale, alla sua implacabile logica, al suo posto di commissario. E non esiterà a trasformarsi in benzinaio, a usare come esca una bambina, a sprofondare via via in un grandioso delirio – ad attendere, inesorabile, che il Caso, cui non aveva mai creduto, gli consegni l’assassino.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sciascia riteneva il suo collega svizzero l'inventore del "giallo metafisico". Aveva ragione da vendere. Questo libro è anche qualcosa in più: una parodia superba e sottile del genere, ancora più attuale oggi che i libri gialli mietono più vittime di quelle che i loro improbabili commissari si ritrovano a inseguire.
Un classico del genere poliziesco noir filosofico. Un romanzo viscerale capostipite del crime moderno, una discesa nella follia ossessiva di un commissario che si ostina nella sua "assurda indagine" su di un caso di assassinio di una bambina, nonostante la confessione e certi indizi che inchiodano il presunto colpevole, suicidatosi in carcere prima del processo. Superbo il finale in cui si fa luce sul mistero . Il maestro svizzero non delude mai.
Un libro magistrale, il più bello dell'autore a mio parere. In "La promessa" il genere poliziesco si erge a mera scusa per portare avanti le tematiche principali, quelle che interessano davvero a Durrenmatt: il caso e l'assurdo, come categorie che sfuggono al costante bisogno di razionalizzazione umana. Un bisogno che si manifesta con più forza nei momenti in cui sono coinvolte la Giustizia e la Verità (e qui l'espediente del genere giallo). Da leggere e rileggere.
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