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è davvero un libro interessante. In particolare, mi ha colpito la prima parte, le cose relative al segno ed al tipo di segno che è l'immagine. Peccato che l'autore nella seconda parte parli solo di tre film..
A parte la prima parte che mi è sembrata eccessivamente teorica, i tre capitoli mettono bene a fuoco la possibile interazione tra cinema e la filosofia, troppo spesso relegata a disciplina di difficile accesso ed elitaria. L'autore dimostra bene come proprio dal confronto scaturisca un duplice vantaggio: la filosofia recupera vitalità e "giovinezza"; il cinema trova la possibilità di una ulteriore tematizzazione. Grazie
La recensione di Antonio mi ha incuriosito e così ho comprato il libro. Sono un regista, non un filosofo e quindi magari quello che dico non è autorevole, ma vi sembra consueto e/o banale parlare di cinema in termini di "eloquenza rispetto all'essere", solo per fare un esempio? A me no. Mi sono riconosciuto in quello che l'autore ha scritto nel capitolo sull'amicizia, partendo da "Parla con lei". Ha ragione lui: l'amicizia vera è tra persone diverse.L'ultimo capitolo, quello sul male e sulla teodicea di Leibniz, invece, m'è sembrato un po' tosto.., anche se di grande interesse. Perchè si soffre se c'è Dio? Sono andato a rileggerlo in questi giorni, dopo quello che è successo nel sud-est asiatico..
Recensioni
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Che rapporto esiste tra cinema e filosofia? Punto di confluenza tra i sentieri del cinema e della filosofia è la mai esaurita esigenza di dire l'Essere, di nominare la cosa. Le analisi della filosofia individuano nella dimenticanza nei confronti dell'Essere (Seinsvergessenheit) la genesi del problema della eclissi del senso, collocando nel cuore stesso del nichilismo l'atteggiamento che conduce, obliato l'Essere, a «promuovere solo l'ente» (Heidegger). Il cinema, dal canto suo, attraverso le sue specifiche risorse, è titolare di una particolare modalità di nominazione dell'esistente che permette ad esso di sottrarsi alla erosione di senso delle consuete strutture segniche, restituendogli una eloquenza rispetto all'essere in grado di dischiudere nuove prospettive, nuove aperture di senso. Il volume, prendendo in esame tre film (Intimacy di Patrice Chèreau, Parla con lei di Pedro Almodóvar, La vita come malattia sessualmente trasmessa di Krzysztof Zanussi), legati a temi di rilevanza filosofica (l'eros e l'amore, l'amicizia, il dolore e il problema della sofferenza), propone un percorso che, se da un lato, indica nel contenuto filmico il risultato della tradizione filosofica, dall'altra «apre all'innovazione di un domandare qui ed ora, poiché la questione del senso urge e sollecita che prendiamo posizione» (dalla Prefazione di Daniella Iannotta).
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